lunedì 25 febbraio 2013

Urgenza di

brrr, che freddo. stamattina, tutta stropicciata, ho solo il desiderio di buttarmi sotto un bel doccione, già sento la lavanda che mi rilassa e godo all'idea che c'è Robert Doisneau che mi aspetta a Porta Venezia. Una bella fetta di crostata e il caffelatte della domenica e il Corriere con l'inserto sulla lettura. Peccato che l'acqua calda non arrivi e che le edicole sono in sciopero e che non si trovi un quotidiano a morire e che tu sia ancora a Roma senza nessuna notizia positiva a farti da balsamo, in quest'attesa snervante. Milano è sotto una coltre candida, sembra essere paralizzata nonostante le elezioni. Sembra periferia di un centro inesistente, silenziosa accoglie tutti, senza lamentarsi ma arranca e teme chi se ne sta a casa, senza un lavoro, come chi avrebbe voglia di cambiare. E' timida nelle ultime sfilate. Come se il suo coté glamour fosse stato scardinato da un pessimismo generalizzto, come se ci fossero altre urgenze, ora. Ho già dimenticato quel corridoio della Terapia Intensiva, ho già archiviato i nervosismi e le ansie da 60enni annoiati, ormai non c'è nemmeno più traccia della mia necessità di evasione. Ti aspetto, ti aspetto, ti aspetto. Sono sicura che basterà un abbraccio per rendemi viva.

domenica 3 febbraio 2013

Tra ciò che appare e ciò che è

Stasera mi sono trovata davanti a un "vecchio" leitmotiv: spesso la vita ci fa vedere le cose come non sono e ci fa incazzare quando capiamo che le nostre aspettative erano insensate. Perché ci fa sentire stupidi e indifesi e ci fa mettere in discussione con noi stessi. Sono uscita dal cinema, dopo aver visto il nuovo film di Tornatore, "la Migliore Offerta", un po' incredula perché avevo messo da tempo in un cassetto quell'eventualità che tra "ciò che appare e ciò è" c'è una bella differenza e proseguivo i miei giorni senza troppe domande. Certo, forse sono stata troppo naive per troppo tempo, una bella svegliata era gusto che dovevo darmela ma (forse) è anche bello così, sennò che gusto c'è. Sarebbe tutto troppo facile, l'amore una banalità senza quel filo di mistero che l'avvolge, senza quel timore dell'abbandono che tutti temiamo; la carriera sarebbe destinata ai soli talenti (e dove butteremmo i chiacchieroni o gli incapaci?)e l'arte (al centro del film) perderebbe il suo fascino. Proprio lì, nell'arte dove mi rifugio per cercare calma e abbandono e nuovi stimoli in ciò che più incomprensibile non c'è.