lunedì 28 novembre 2011

It's A Man's Man's Man's World



per quando pensi che vuoi mollare tutto per fare la guida turistica -in nottuna, quando tutto tace- al Musée Maillol. e (ri)vivere come un'adolescente.
per quando sei fusa ma non riesci a fare a meno di elaborare cazzate non sense e non stop come un frullatore che non si ferma mai.
per quando guardi in faccia il tuo compagno e hai voglia di lui, e basta una carezza sul suo volto.
per quando tua madre ti implora di guardare Fiorello "che c'ha uno share altissimo".
per quando pedali a cento all'ora e ti senti un Dio. inarrestabile.
per quando basta un'idea per salvarti.

venerdì 25 novembre 2011

l'orologio biologico dei maschi

un pò di giorni fa, davanti ad uno spritz, un amico della cricca dei roveretani, guardando un bébé, mi confessa che ha voglia di paternità. Si chiede se anche gli uomini hanno un orologio biologico (o meno). Spalanco lo sguardo: mai sentita una cosa del genere. E mi chiedo se il suo desiderio sia del tutto genuino o in parte influenzato del suo "guardarsi in giro e trovare suoi coetanei ormai accasati con figli" o dal voler fare colpo su di me (terza opzione che scarterei perchè mi pareva piuttosto sincero).
Non lo so, non lo conosco così bene, ma credo sia bello stupirsi ancora per delle cose. sennò è tutto pura monotonia.

domenica 20 novembre 2011

storie di genitori & altro

per la prima volta che rientro a Milano dopo il week end a casa, dopo oltre dieci anni dalla mia assenza dalla mia terra, mi si è stretto il cuore.


non ha nulla a che vedere con il verde versus la città, o dei ritmi soft versus la schizzofrenia metropolitana.

sarà il libro della bignardi che mi sono risucchiata sul freccia-argento, sarà un'aspettativa (auto-generata) disillusa dopo pochi istanti che approdo in città, sarà quella torta di noci che porto con me ben richiusa in una confezione elegante, che penso a quanti istanti mi sono persa con i miei genitori che mai più possono tornare, nella mia foga di fuga, nella mia cocciuttaggine tardo-adolescenziale e nel mio richiamo di autonomia.

perchè come dice Daria, "ai genitori li fai felici anche con solo una telefonata, quando gli sorridi, perchè sei contenta, hai fatto un gesto piccolo che non costa nulla. magari a volte ce lo scordiamo. e ce ne ricordiamo solo quando non ci sono più e non ci puoi credere che potrai vivere senza il loro sguardo addosso. perchè capisci che essere gentili e pazienti conviene, perchè quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso: tempo, divertimento, riposo. ti illudi che ora che l'hai capito passarai tutta la vita ad amare gli altri. forse lo farai. forse no."

non voglio promettere a me stessa di tornare più spesso a dare un bacio ai miei genitori. ma essere più dolce e gentile con loro, si. per troppo tempo sono stata burbera e distante. e non se lo meritano. anche se loro sanno che li custodisco sempre nel mio cuore, come quest'immagine che sta all'ingresso della casa di mio padre "Amici e Nemici, 1743" e che testimonia come anche i miei avi tenessero aperta la loro porta proprio a tutti. questo è quello che mi piace. questo è quello che conta. e che ogni tanto dimentico.

mercoledì 9 novembre 2011

loving filippo timi, il treno per Vigevano & myself

Domani sarò al Franco Parenti per vedere come se la cava Alessandro Gassman.

Per ora non mi resta che rileggere queste righe del mio fidato Filippo Timi, una vera garanzia fuori & dentro dal palco...
"La gente oggi ha paura di amare. In giro non ci sono più esseri erotici. Non vedo più uomini che amano veramente le donne, e non vedo più donne che amano veramente se stesse. La bestia e' un'immagine che avevo in testa e che mi ossessionava: sentivo un mostro che mi azzannava al collo. Quel mostro per me e' la vita, e non si capisce se la vittima siamo noi o lei. Siamo noi i parassiti o lei? Ecco perché cerco di morderla questa vita; per riappropriarmene e trasformare questo morso prima in un ghigno e poi in un sorriso."

Ah, dimenticavo, stamattina per lavoro sono stata a Vigevano, una manciata di chilometri di treno verso sud e ho avuto un'illuminazione mentre guardavo la periferia che scompariva e lasciava spazio alla campagna e alla luce dopo giorni di pioggia, come un click nel cervello che ha fatto da balsamo a un dubbio che custodivo da tempo. in realtà era un tarlo che riguardava solo me stessa, coi miei fardelli di pensieri, a volte così eccessivi.
non lo so cosa possa essere stato, ma mi ha fatto sentire più libera: come quando si fa l'amore per terra, in silenzio, come un rito che non si può più rimandare. ed è stato commovente.
Capire che ora non posso più fare a meno di te. Gabriele.