martedì 27 aprile 2010

besame mucho - il mio cane sta morendo

Le fughe. La mia vita è stata costellata da fughe, costanti, impossibili, invalicabili, gelide, taglienti, intelligenti, spontanee, sensibili, veloci, segrete. non volevo vedere, non volevo accontentarmi, non volevo inceppare in un meccanismo a me non adeguato, non volevo mangiare la terra, non volevo sopravvivere, non volevo limitarmi ad ascoltare o ad annuire, non volevo indossare una maschera, non volevo fallire, non volevo essere dimenticata, non volevo essere abbandonata, non volevo dipendere, non volevo apparire, non volevo intuire altrui disagi e ripeto intuire, non volevo perdonare, non volevo corazze. “chiudi la sicura in macchina, quando arrivi, dove sei, perché non sei qui, non correre, non agitarti, non ansimare, non sai baciare, non si può fare così, non scomporti, non protestare, non fingere”. sapevo, dopotutto che qualcosa mi aspettava, là fuori. Ora sta prendendo una Forma.

http://www.youtube.com/watch?v=8QYH3Hg9coA&feature=related

domenica 25 aprile 2010

di(segni)

Chiudi gli occhi.
Il bianco della neve a Central Park, del marmo del Michelangelo, dell’orizzonte a Bordighera in una mattina d’inverno, della rinascita microcosmica. Tutto tace. tutto è scintillante. tutto è inaspettato. tutto è distrattamente calmo.
Avvolgiti in un plaid candido, lasciati soccorrere dal vento, anestetizza il flusso di pensieri, accarezzati i capelli. Corri a più non posso con la fantasia, inventati nuovi sentieri, escogita dei trabocchetti, guarda gli altri dritto negli occhi. Non arenarti mai, stringi i denti, muoviti sinuosamente. Fai il pieno d’arte & bellezza: ti aiuteranno sempre perché sono serbatoi di serotonina naturale e di(segni) indelebilmente nutrienti.
sii sole per gli altri e gli altri saranno raggi per te. “Chi si accontenta gode- così così”, mi dicono. Bacia come non avessi mai baciato. Cambia sempre idea, domani è una sfida - non indossare mai l’orologio: il ticchettio sulla pelle nuoce gravemente alla salute

giovedì 22 aprile 2010

Un gelato in Piazza del Popolo, è il momento della Verità

Con il naso all’insù, l’Albertone nazionale sullo sfondo dei palazzi, tutti sembrano essere ritornati bambini, almeno per un istante. Ilan direbbe “that’s the meaning of life”. Ed è vero, perché ormai così raramente rimaniamo incantati, così disarmati di fronte a ciò che non è spettacolarizzazione. Questa sera ho respirato a pieni polmoni una città dai sapori antichi e genuini, un groviglio di baci al pistacchio, un cinema a cielo aperto in bianco e nero, una coesione di slanci verso la Verità.
Un calore inaspettato è esploso d’improvviso, una tensione alla Ricerca, un impulso al miglioramento, un puro godimento all’Osservazione di ciò che mi circondava.
Un interscambio sistematico atipico di suggestioni poco nitide ma altrettanto potenti. Da tempo non subivo un fascino così pieno. Sentivo che era ingiallito, soffocato sotto la polvere, questo sublime desiderio di commozione. Anzi, addirittura pensavo fosse sepolto: macché! In realtà l’uomo, perché essere socievole, ha un costantemente bisogno di connessione e di partecipazione e non gli resta che gettare in mare le reticenze e i paradossi, per spogliarsi del fardello della routine e immedesimarsi in un ruolo tutto suo. Grazie notte romana!

domenica 18 aprile 2010

inventati i colori

Trattieni il segreto. Che ne sai di qualcuno se non sai come respira dopo aver fatto l’amore? fuori piove una città confusa, questa sera che odora di balera londinese, luci soffuse violacee si confondono sull’asfalto, mani che si incrociano sotto una coltre di sguardi, al via la danza degli ammiccamenti e delle disillusioni. una fuga programmata, un ritorno all’accoglienza dei propri ricordi- anche ai più stupidi e violenti, la Seine disincanta mi saluta: “eccomi, ti voglio abbracciare”. prova a sognare, prova a brindare, prova a brillare, prova a baciarmi, prova a scoppiare, prova a sussurrare, prova a leggere le mie carte, perchè non balliamo sotto i ladri di jazz, solo pochi possono capire, troppe scarpe scontate, troppi nascondigli sotterranei, troppe istantanee scattate male, camminare in punta di piedi da te, dove mi porti? Scomponi il vento, io ho scoperto la formula

http://www.youtube.com/watch?v=W0zSyrObgG0&feature=related

lunedì 5 aprile 2010

la Cuoca


Su consiglio del mitico Capitano, vi scrivo due righe “easy way”…

Mi hanno detto: “sei splendida e fai casino. La gente, di qualsiasi sesso, di te si innamora, non sei il tipo da prendere precauzioni. Anzi, la cosa ti piace. Certo, per te le conseguenze sono decisamente meno impegnative: non hai reputazioni da difendere, né matrimoni da far naufragare. Sei irresistibilmente bucolica. Se poi si aggiunge che cucini in modo sopraffino e sai risvegliare il senso del gusto, come si fa a non pensare al risveglio di altri sensi? Il problema è che sei inconsapevole del male che puoi fare agli altri concedendo il tuo amore. L’ideale (per l’altro) sarebbe una coppia simmetrica: solo uno come te porta a casa la pelle”.
E allora mi sono chiesta: “ma cosa sta dicendo?”
beh, certo, cucinare per me ha sempre rappresentato un’esperienza estetica…e poi, non sono in grado di evitare di “buttarmi a pesce”, sia nelle amicizie che nelle relazioni sentimentali, do e godo di ogni singola scorza a/di chi mi sta affianco, e così mi accorgo che questo dualismo “cucina/ irrefrenabile “panta rei” mi si addice alquanto. certo, proteggendosi sarebbe molto più semplice, ma anche molto più sterile. e gli effetti non avrebbero sempre quel gusto dolce-amaro.
ma dopotutto, non è così anche per lo Chef? Egli da anima e corpo per la composizione della sua opera, a volte il risultato non è garantito, ma senza la sperimentazione continua e la dedizione totale e quel pizzico di follia dove arriverebbe?
il pranzo di babette, ricette d’amore, il pranzo di ferragosto, un’ottima annata, la grande abbuffata, chocolat, sapori e dissapori, fino a julie & julia, io sono l’amore, soul kitchen…tutti film che ho amato profondamente, e allora ci sarà un perché!

PS: Fede, credo tu ne sappia qualcosa…

domenica 4 aprile 2010

Non ho davvero mai fatto penitenza?

Ho passato un’intera estate a cercare di capire. Nei metrò soffocanti, la Stazione Centrale traspirava, dalla finestra solo aria bollente, i marciapiedi emanavano squali.
Pensavo che non mi restava altro, tutto il resto era accessorio. Mi dicevano: “svegliati, lascia scorrere!” ma come potevo? come potevo capire che in fondo si trattava di qualcosa di puramente aleatorio, come poteva quella sensazione di smarrimento essere isolata? Una ferita difficile da ricucire, una (di)pendenza indifesa, un’alienante impotenza.
ora che quell’humus non fa più parte del mio giardino, ora che i semi sono sparsi sul tavolo, ho la consapevolezza di aver ri-acquisito una grinta che mi è sempre appartenuta, coaguli di forza fanno tremare anche i portoni, gli armadi si sventrano, la dolcezza acquisisce un sapore terrestre, quello che mi circonda è fatto di Me.
dopotutto non siamo che fatti di acqua, piccole particelle –un microcosmo danzante- in movimento, desiderose di esistere, di essere penetrate, di naufragare nell’Altro, di perdersi tra i vicoli. è solo però grazie alla più intima conoscenza (ah, l’Io,il grande sconosciuto!) di noi stessi che possiamo considerarci pronti a condividere, senza remore, senza riserve, senza ipocrisie, senza lamenti, senza pretese, senza sacrificio, senza rimproveri, senza violenza, senza arroganza, senza rimpianti. Un giorno mi girerò e sarò certa di aver vissuto intensamente le mie scelte, di aver massimizzato il Tempo, di averlo abbracciato, compreso e assecondato. di aver goduto appieno di tutte le Esperienze che mi venivano offerte, di aver osservato a lungo, annusato gli istanti.
Ora sono pronta a camminare. l’Istinto sarà la mia guida.