domenica 4 aprile 2010

Non ho davvero mai fatto penitenza?

Ho passato un’intera estate a cercare di capire. Nei metrò soffocanti, la Stazione Centrale traspirava, dalla finestra solo aria bollente, i marciapiedi emanavano squali.
Pensavo che non mi restava altro, tutto il resto era accessorio. Mi dicevano: “svegliati, lascia scorrere!” ma come potevo? come potevo capire che in fondo si trattava di qualcosa di puramente aleatorio, come poteva quella sensazione di smarrimento essere isolata? Una ferita difficile da ricucire, una (di)pendenza indifesa, un’alienante impotenza.
ora che quell’humus non fa più parte del mio giardino, ora che i semi sono sparsi sul tavolo, ho la consapevolezza di aver ri-acquisito una grinta che mi è sempre appartenuta, coaguli di forza fanno tremare anche i portoni, gli armadi si sventrano, la dolcezza acquisisce un sapore terrestre, quello che mi circonda è fatto di Me.
dopotutto non siamo che fatti di acqua, piccole particelle –un microcosmo danzante- in movimento, desiderose di esistere, di essere penetrate, di naufragare nell’Altro, di perdersi tra i vicoli. è solo però grazie alla più intima conoscenza (ah, l’Io,il grande sconosciuto!) di noi stessi che possiamo considerarci pronti a condividere, senza remore, senza riserve, senza ipocrisie, senza lamenti, senza pretese, senza sacrificio, senza rimproveri, senza violenza, senza arroganza, senza rimpianti. Un giorno mi girerò e sarò certa di aver vissuto intensamente le mie scelte, di aver massimizzato il Tempo, di averlo abbracciato, compreso e assecondato. di aver goduto appieno di tutte le Esperienze che mi venivano offerte, di aver osservato a lungo, annusato gli istanti.
Ora sono pronta a camminare. l’Istinto sarà la mia guida.

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