lunedì 29 marzo 2010

Point de fuite?

Il messaggio di Iris.

non riesce a perdere. c’è qualcosa che non va, ma reagisce. non è capace di misurare il livello di mediocrità degli altri- le è semplicemente impossibile- ma affascina e stupisce, perfino se stessa. Perché è così, non subisce i soffocamenti e le frustrazioni, non percepisce l’ipocrisia e la spavalderia.
non per questo demorde o si lascia forgiare da tutto ciò che incontra.
È un continente solido, è Venere di Milo, odia ciò che è stantio, è avida di tutto, accumula aria e non ricicla. Si (re)inventa come le stagioni, soffia sulle ferite, deglutisce, gode appieno proprio perché sa che potrebbe essere caduco, preserva quella giovinezza che è sinonimo di forza, bellezza e piacere. senza dimenticare quei punti di fuga, che sono l’espressione di una piramide di profumi, l’annientamento del manichino che risiede inevitabilmente in noi, frecce di sole, bersaglio di un percorso.

http://www.youtube.com/watch?v=i0vl-7L-2Ow

domenica 28 marzo 2010

trin trin trin… mise en abîme

mi sono spogliata, ho slegato i capelli, immersa sotto una pioggia di emozioni. Una domenica sera qualsiasi celebro l’inizio di una primavera dal sapore mediterraneo, pervasa da un irrefrenabile scambio di prospettiva tra soggettività e oggettività, tra quello che sono e quello che rappresento. Ansimo, arranco, soddisfatta ricerco l’intesa con me stessa, spavalda mi faccio l’occhiolino allo specchio, l’immagine riflessa è nitida, nonostante le innumerevoli sfumature, mi proietta stremata in un solaio, da bimba, a consumare le pagine tra la polvere e la luce che scende dall’abbaino, un sorriso sulle labbra di matura consapevolezza, un ghigno disincantato dal sapore di sambuco, una solitudine composta e magnetica su un divano sgangherato. La mia pelle è sempre lì, non si è mai disfatta di quei luoghi, zampetto su quelle assi poco stabili, preservo ancora quell’animo taciturno e gioioso, custodisco tutt’oggi queste immagini di paglia.

mercoledì 24 marzo 2010

Quante volte…

si sbaglia camicia, si fissa una statua in una chiesa senza capire, ci si specchia e ci si vede improvvisamente invecchiati, si mangia senza avere fame, si guarda il cielo senza convinzione, si tessono trame fasulle, si scartano gli amici come cioccolatini, si sale su un tram e si sbuffa, si ringrazia con sufficienza, si elencano idee senza sostenerle, si elimina a priori una situazione poco piacevole, si confida un segreto che doveva rimanere custodito nelle labbra, si rimane ammutoliti di fronte a preconcetti da quattro soldi.
Il respiro ci è testimone. Siamo quello che scrutiamo, quello che odoriamo, quello che ingurgitiamo, quello che tocchiamo, ogni particella della nostra pelle è il tornasole delle nostre esperienze, è il sorprendente risultato di un esperimento incompiuto, camelontiche tessere di sguardi. ogni capello coinvolto in un processo di consapevolezza, ogni riflesso intravisto, ogni nota delle voci degli altri ci sfiora e si incastona nel sangue.
Fortunatamente l’essere umano è a volte capace di rompere quello specchio che lo deforma e divora, e trova calma e tepore e una salvifica grazia.

http://www.youtube.com/watch?v=U7UvYgt54jE&feature=related

lunedì 22 marzo 2010

questione di

Ma mi nutrirà. Pian piano. Goccia dopo goccia porterà la mia bocca a saziarmi con immagini fresche e monumentali e magnetiche, e io, a mia volta non mancherò di insegnarle tutto ciò che conosco:
l’amore per le immagini, i sogni felini, la contemplazione dell’Essere, la capacità di estrema dolcezza, la sensualità solare, divertita e perfino teatrale, ma posata ed elegante, anche quando coinvolta nel piacere. Un piacere che è cosa stessa dell’Esistere. Imparerà la liberazione della massa incandescente della propria emotività, fatta di paure, pulsioni, erotismo, aggressività. Imparerà a incuriosire(si), a ingelosire, a impazzire, a urlare, a credere in ciò che fa. A non lasciare mai la preda. A non abbandonarsi alle ipocrisie e agli stereotipi. A non crogiolarsi nella noia e ad abolire l’attesa.
Sarà l’œuvre, la biblica trasposizione delle mie viscere, una pennellata verde, occhi da cerbiatta incastonati in un incarnato dorato. Questione di σοφία.

sabato 20 marzo 2010

mine vaganti - capacità di osservare

http://www.youtube.com/watch?v=C2lQOhQ2es8
una settimana fa, mine vaganti, con Giulia, non abbiamo resistito e siamo approdate al cinema, ci siamo gustate questo spaccato a noi così familiare e così succulento.
per una vita intera ho pensato che l'essenziale fosse instaurare una certa connessione con l'Altro. che fosse sufficiente manifestare le mie esigenze, i miei dubbi, i miei istinti, l'odore della mia pelle...che non fosse necessario reagire agli altri, si trattava di un puro automatismo solare. Ascoltare, osservare ed essere onesti non dava un valore aggiunto così sostenibile. si trattava forse di un nutrimento del proprio ego, di una debolezza di interpretazione, di poca spinta al miglioramento, di paraocchi invisibili. non lo so.
in realtà è come se mi svegliassi da un tepore ormai assuefante, non si tratta di un'incapacità di mettersi in gioco, bensì di un'impossibilità fisica di dedizione e di mantenere la calma.
il senso di invincibilità (e spostiamo le cose...) è così stupidamente superabile, basta poco!

venerdì 19 marzo 2010

chiamale se vuoi...tentazioni da incipit

ci si stufa subito di molte cose, si sbuffa, si inorridisce per le banalità, ci si crede onnipotenti, si scappa, si abbaia e ci si scorna, si piange e ci si lamenta.
menu take away emergenza noir: smettila immediatamente di piangerti addosso, mettiti qualcosa di rosso, pettinati con cura, guardati allo specchio e pensa "sono davvero un pezzo di gnocca", prendi una fottuta bici sgangherata e cavalca le strade, non ascoltare gli altri - ammiccando, prendi le tue energie e riponile in un cassetto della felicità, da aprire ogni volta che ne hai bisogno.
mi cullo nella potenza dell’Arte, che non può soppiantare l’amore, come dice la mitica Marina A.[http://www.moma.org/visit/calendar/exhibitions/965], ma può aiutare a sopportare il dolore.
credo negli intrecci, negli stregoni e nelle stelle, nella naivité, quest'ultima ormai così poco presente nell'essere umano, ma così deliziosamente disarmante e perfetta.
immagino un posto tutto mio, quella luce accecante che toglie il fiato, mi nascondo tra i girasoli, tutto tace, tranne il vento che scompiglia i miei capelli già arruffati. un abito panna. i rombi delle marmitte di Milano sono ormai un ricordo. come la noia e l'autocommiserazione. il potere dell'immaginazione supera tutti gli ostacoli.
il potere della consapevolezza ci abbraccia solo quando lo decidiamo noi. non c'è nulla di più vitalizzante di quella spinta all'abbandono.