mercoledì 29 dicembre 2010

subversive reality

Ho appena letto un'intervista a Phoebe Philo, stilista di Céline, dove caldeggia ad un'immersione nella vita reale come fonte d'ispirazione; accenna un "io non viaggio per trovare immagini esotiche sulle quali inventare la mia sfilata. Sono completamente immersa nella realtà della vita e non voglio sfuggirla. non mi ritrovo nell'arte, nell'unico, nell'eccezionale, amo fare abiti che ritrovo poi nelle donne per strada. voglio stare tranquilla per un pò di tempo e avere un altro figlio. ho bisogno dell'equilibrio che la famiglia può darmi e che trovo solo quando sono vicino a loro".
Ecco che genio & sregolatezza, solitudine & vagabondaggio creativo si sgonfiano di fronte a un'esistenza rigorosa e ricca di stimoli dettati dal quotidiano on-the-street. una passeggiata attenta nella propria città (lunedì ho visto Milano con occhi diversi: senza l'affanno pre-natalizio, la città sgombra dagli elementi "tanti saluti da Cortina", mi sono sentita ovattata in un'atmosfera simil-romatica, l'arco di Porta Garibaldi, solitamente confuso tra i cantieri, sembrava imporsi sui nuovi edifici in costruzione) è forse più illuminante di una ricerca spasmodica del tutto e del nulla senza bussola e senza affetti?

giovedì 23 dicembre 2010

what's the word for Rome?


che voglia di crudo & fichi!

mercoledì 22 dicembre 2010

grigio natal

oggi mi potrebbero fare una fidaty card al reparto degli accidiosi.
finora sono stata sempre piuttosto carina e dolce e ottimista, soprattutto in questo blog.
e che cavolo. no: ora grido rabbia come una pazza. mi sembra di aver ingoiato un camaleonte.
gli ultimi giorni sono stati un incubo alla ricerca del regalo perfetto per questo e per quello. ma il natale non doveva essere qualcos'altro?
vedo frotte di gente che si accanisce sull'ultimo pacchetto, che è sempre solo l'ultimo...
per non dire poi la voglia di tornare a casa e sorbirmi pranzi eterni e discussioni non-sense sulla "mia fuga in città e perchè non torni qui al paesello che la vita costa meno e perchè non ti trovi un fidanzato e ti dai pace e perchè non diventiamo nonni e perchè tuo cugino è così composto e lavora in banca e perchè dovresti mai andare via dall'Italia che l'America è qui?"
io mi chiedo: perchè invece non c'ho mai una lira quando serve così farei le valige domani e partirei per 20 bei giorni di assoluto silenzio da tutti?

giovedì 16 dicembre 2010

Vielleicht

Forse il mio microcosmo è stato infettato da qualcosa
Forse è in atto una vera ri(e)voluzione
Un riassetto di ormoni, una rigenerazione di bulbi oculari e cuoio capelluto
Una voce concilia i miei bioritmi, una carezza sulla mia spalla è balsamo per un irrequietezza ormai svanita.

mercoledì 15 dicembre 2010

Reaching a fever pitch

Stamattina una lacrima si è gelata mentre pedalavo verso l’ufficio.
Il naviglio trasudava. Le mie gambe erano forti, belle, non sentivo il freddo che avvolgeva la città.
Una miccia disincantata che gode di quello che vede.

martedì 14 dicembre 2010

camera con s-vista (sulla ex)

Da un paio di ore mi sto chiedendo: avrà mai un senso mantenere un rapporto di buon vicinato con il/la ex?
Da piccola mi hanno insegnato che chiusa una porta, si apre un portone. Sarà una versione ottimistica della vita, sarà che io mi sono impuntata a non crederci fino in fondo e a voler conservare il conservabile, sbattendo la testa e rialzandomi (è proprio vero che la mamma ha sempre ragione!), ma mai come ora me la rido sotto i baffi se penso alle ri-comparse -a volte davvero troppo paradossali e buffe!- che hanno calcato il palcoscenico della mia vita, ma che in questo momento, con una certa lucidità, mi hanno fatto diventare una sostenitrice oltranzista del ”don’t look back”, ma soprattutto del “do not regret”. E chi mi conosce bene sa che non sto bluffando.
PS: la scorsa settimana ho visto il nuovo film di Allen: un pout-pourri di miei coetanei allo sbando con questioni quotidiane che sembrano insormontabili (in realtà ridicolezze) e che trovano sollievo solo nelle braccia altrui (per carità lungi da me dall’essere perbenista e bigotta…), di psudo-80enni alter ego del regista che si danno alla pazza gioia con supporto di pillole blu e gattone con tette rifatte, di scrittori da quattro soldi che perdono la testa per le vicine di casa e che si ritrovano dall’altra parte della finestra - una volta mollata la vecchia strada e conquistata quella nuova - non di certo indifferenti, alla vista dell’ex-moglie mozzafiato.
Della serie: la mia amichetta ha ragione. L’erba del vicino è sempre la più verde. Lo sappiamo tutti, una grande verità. che ogni tanto dimentichiamo.

mercoledì 1 dicembre 2010

e i doni inaspettati

oggi ho ricevuto un dono inaspettato da una persona a me molto cara. si, mi ha reso felice.
come la fetta di torta alle albicocche che mi sto gustando ora accompagnata da un bel caffelatte bollente, il latte mi fa tornare bambina, sarà anche per questo che non riesco a fare tesoro dei pareri di molti medici consultati sulla mia intollenza a questa bevanda.
un dono inaspettato è stato il naviglio grande che si è aperto davanti a me stasera tutto illuminato a Natale, avevo dimenticato che è già dicembre.
un dono inaspettato è un sorriso aperto di chi fatica solitamente a sorridere.
un dono inaspettato è scoprire un vicolo che non avevo mai visto a Parigi, che sabato nascondeva una magia esplosiva. l'Opéra come ingabbiata nel cielo grigio, Montmartre sembrava un francobollo sulla collina, rue étienne marcel profumava di cioccolata calda, gli amici di un tempo si svelavano sotto il mio sguardo empatico. nulla e tutto è cambiato dopo cinque anni.
un dono inaspettato è la neve di stamattina a Milano, anche se le mie gambe fasciate in eleganti collant 70 denari erano congelate.
un dono inaspettato sei tu, Gabriele.
http://www.youtube.com/watch?v=FcOt6mfjxeA