venerdì 30 dicembre 2011

2011 idee per riprendersi

negli ultimi 365 giorni sono mancati Steve Jobs, Amy Winehouse, Marco Simoncelli.
hanno giocato con la tecnologia, con le note e con la velocità.

hanno tirato fuori una grinta da vendere e hanno esultato e hanno pianto e hanno avuto paura all'idea di mollare perchè nulla girava come volevano.

anch'io voglio imparare da loro: a credere in un progetto fermamente, anche se ho tutti contro (thanks Steve). a continuare a vivere le gioie e le incertezze come una bimba cresciuta "cause our day will come" (thanks Miss Amy). a non smettere mai di essere allegri e spensierati perchè trasformi tutto/i quello/i che hai attorno con un sorriso, ma soprattutto a volte anche fingendo gioia, la gioia arriva da sola (grazie Marco).

a volte ci dimentichiamo di essere tutto ciò. e ci trasciniamo nelle ns case con freddezza e indifferenza. ma dai, va, va..

dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv

forse stasera sono un pò confusa a forza di chiacchiere e cibo.
anche jovanotti sentenzia sulla necessità di rendere sempre ardente e rinnovato l'amore. sennò soccombe.
poi c'è chi è di un'altra chiesa e promette amore con la dedizione e l'ascolto e le piccole cose.
direi che mi appartiene di più la prima strada. ma mi sto anche ricredendo sulla seconda.
si, sono confusa. tra qualche giorno capirò. forse.

lunedì 26 dicembre 2011

Macedonia (a)Mori

da poco più di 48 ore dal rientro alle origini posso dire di aver fatto l'en plein delle situazioni più bizzarro/chic che potevano succedere:

- cerco di parcheggiare la macchina per fare un giro ai mercatini di rovereto e nell'attesa che "quello" si dia una mossa nel lasciarmi il suo posto, osservo con cura i suoi gesti e capisco che colui il quale sistemava il suo piccolo sul sedile posteriore mentre io mi spazientivo per la sua lentezza, non era altra altro che il mio ex storico. Mi slaccio le cinture e vado con affetto a fargli gli auguri. A lui e al biondissimo Giulio. E mi domando quali erano le ragioni per non aver mai capito il suo desiderio di stabilità e di famiglia e quel suo attaccamento a queste vallate. era così evidente. e io così ostinata per la mia strada a non accorgermi mai di quello che mi chiedeva, anche se sotto ai miei occhi. non c'è più cieco di chi non vuol vedere. e non c'è donna più orgogliosa di me di averlo lasciato libero, a seguire le sue necessità e il suo naturale percorso di vita.
- vado alla messa di Natale e mi becco l'uomo più ambiguo di Mori: non avevo mai capito se fosse un uomo o una donna e finalmente ce l'ho fatta: direi che con la cravatta e una bel soprabito si tratta di un uomo..svelato l'arcano che dura dalla mia infanzia! per non dire di tutti i "miei" contadini -conosciuti durante i 2 mesi di lavoro alla Cantina Sociale, durante la vendemmia- che mi stringevano con vigore la mano, dicendomi che ero sempre più bella. ottima pillola per l'autostima.
- dopo il pranzo di Natale cerco di assorbire senza incassare le provocazioni di un padre criticone e ormai un pò agé. ma, come da copione, non riesco a stare zitta e scatta il putiferio. 62 anni di poca indagine di sé, logorano. Carboni direbbe "ci si può amare senza capirsi mai". e io aggiungerei: "forse".
- la Vigilia di Natale, al bar con gli amici di sempre, sembrano tutti in preda ad un caos calmo (come direbbe qualcuno) che non li porta da nessuna parte. vorrei un megafono per urlare loro di darsi una mossa. e smettere di borbottare che i balconi fioriti non sono altro che trappole.
- ieri sera vado al vedere il nuovo film di clooney (non male), e all'uscita accendo il cellulare e trovo 7 sms di Buone Feste più o meno personalizzati. nemmeno un pensiero carino di lui. e non nego di restarci male. che brutta bestia la delusione. forse non si deve fare altro che smettere di aspettarsi qualcosa da qualcuno. ma continuare a dare senza nessuna pretesa di ricevere.

E' proprio vero che quando si smette di non avere tempo per sè e si comincia a lasciare che il flusso delle ore si svolga così com'è, senza tappare ogni istante da cose da pianificare e cose da inventare, la nostra mente si perde in astrusi ragionamenti che non hanno un fondo di consistenza. quel vuoto non può essere sempre colmato da mostre e brindisi e cinema e sport. quel vuoto è anche la (gioia della) vita.

restare in ammollo per mezzora non ha avuto l'effetto che immaginavo. la camminata a 2000 metri di stamane con mio cugino Davide ha allentato un pò di tensione. dovrei rispondere a una mail importante, ma continuo a procastinare, chissà perchè. Confido nell'abbracciare tra pochi istanti Sofia, la piccina del mio super amico Manuel ormai migrato in quel di Torino da illo tempore. Magari con un solo tocco di una manina di due mesi tutto ritorna vivido e candido. bidibibodibibu.

martedì 20 dicembre 2011

ecco perchè: è (quasi) Natale!

Da 4/5 giorni mi sento una mina vagante per la città, sommersa tra aperitivi con colleghi/amici/ pronipoti che nemmeno devi partir per l'Africa per 5 anni e litigi costanti col moroso.
Forse da sempre il Natale mi agita; ho confrontato proprio ora un post dello scorso Natale (per essere precisi del 22/12), che ho intitolato "Grigio Natal"; considerato che quest'anno c'è una crisi ancora più pesante dell'anno passato (ma in che cavolo di loop ci siamo infilati? E poi dicono gli Zen in città: ricavati il tuo spazio personale per respirare e meditare...ma se oggi in Brera avrò visto su 10 persone camminare, 10 persone col cellulare in mano tra sms e telfonate, come se non potessero vivere senza il contatto/ aggiornamento col mondo esterno a sè...ha ragione mia madre, quando a volte mi raggiunge qui: questa è una città di pazzi!), si tirano le somme dell'anno appena passato e si fa un mischione tra l'esternare gioia e felicità a tutti i costi e un'angoscia interiore che percepisco ormai in tutti, anche quelli che non demordono mai, gli ottimisti puri.
io sono una di loro. e sono tuttora/ tuttavia convinta di esserlo.
ma è necessario che per un attimo tutti ci guardiamo dentro. ci fermiamo da questo caos non-sense e ci imponiamo che la dobbiamo smettere di lamentarci e di perseverare nello scontro e nella scontentezza. cerchiamo prima di tutto, di aprirci agli altri senza "se" e senza "ma". cerchiamo di dare senza pretendere nulla. cerchiamo di arrivare in ufficio e di fare un sorriso anche a chi sbuffa di prima mattina, cerchiamo di essere costanti nel perseguire i nostri obiettivi e di non demordere al primo ostacolo. cerchiamo di non farci sopraffare dall'ansia, perchè come diceva il mio ex medico di base: "tanto, meglio averla l'ansia che non averla, sennò, ti immagini Martina, che vita lobotomizzata? dai che è sintomo di vivacità intellettuale."
cerchiamo infine di non farci divorare dalle paranoie (magari altrui). come quella che avevo io stasera. ma che lui non capisce mai.
PS: Per fortuna che ci sono sempre i miei 45 metri di appartamento sono così caldi e mi accolgono con un bell'albero addobbato a festa!

domenica 11 dicembre 2011

Là, sui monti con Annette (+ 8)

Tre giorni nella formula: “l’unica donna con otto uomini in Alto Adige” possono sembrare un’eternità o possono rappresentare un’occasione che in qualche modo ti fa percepire che l’universo maschile non è poi così distante da quello di noi donnine.
Sarà che le quattro ore di sci al giorno ti lasciano un’aurea di stanchezza/soddisfazione/ pieno di energie per le Alpi sopra di te anche non innevate e per la scarica adrenalinica della velocità sotto i piedi; sarà che in realtà il fare “cricca” tra uomini non è tutto rutti o bestemmie; sarà che alla fin fine i discorsi sono sempre gli stessi (eh si, anche le donne parlano di quanto è figo o nerd quello del tavolo affianco); sarà che le maggnate in baita anestetizzano lo stress di noi poveri cristi delle 10 ore di ufficio non-stop; sarà che è sempre bello sentirsi parte di un gruppo e qui le donne non hanno che da imparare, sempre così restie nel crearsi una nicchia di amicizie tutte loro; sarà che un po’ sono vicina a casa e i colori sono quelli di “home sweet home”… ma queste ultime ore sotto il Latemar sono state scandite da desideri e sfoghi e solitudini en-plein-air e brindisi e cuori spezzati e frustrazioni e poker e pochi fuoripista e colazioni coi fiocchi.
Sarà che mi sono già dimenticata di quando sono arrivata, terrorizzata dall’assenza del flusso costante delle cose da fare e delle cose da dimostrare.

lunedì 28 novembre 2011

It's A Man's Man's Man's World



per quando pensi che vuoi mollare tutto per fare la guida turistica -in nottuna, quando tutto tace- al Musée Maillol. e (ri)vivere come un'adolescente.
per quando sei fusa ma non riesci a fare a meno di elaborare cazzate non sense e non stop come un frullatore che non si ferma mai.
per quando guardi in faccia il tuo compagno e hai voglia di lui, e basta una carezza sul suo volto.
per quando tua madre ti implora di guardare Fiorello "che c'ha uno share altissimo".
per quando pedali a cento all'ora e ti senti un Dio. inarrestabile.
per quando basta un'idea per salvarti.

venerdì 25 novembre 2011

l'orologio biologico dei maschi

un pò di giorni fa, davanti ad uno spritz, un amico della cricca dei roveretani, guardando un bébé, mi confessa che ha voglia di paternità. Si chiede se anche gli uomini hanno un orologio biologico (o meno). Spalanco lo sguardo: mai sentita una cosa del genere. E mi chiedo se il suo desiderio sia del tutto genuino o in parte influenzato del suo "guardarsi in giro e trovare suoi coetanei ormai accasati con figli" o dal voler fare colpo su di me (terza opzione che scarterei perchè mi pareva piuttosto sincero).
Non lo so, non lo conosco così bene, ma credo sia bello stupirsi ancora per delle cose. sennò è tutto pura monotonia.

domenica 20 novembre 2011

storie di genitori & altro

per la prima volta che rientro a Milano dopo il week end a casa, dopo oltre dieci anni dalla mia assenza dalla mia terra, mi si è stretto il cuore.


non ha nulla a che vedere con il verde versus la città, o dei ritmi soft versus la schizzofrenia metropolitana.

sarà il libro della bignardi che mi sono risucchiata sul freccia-argento, sarà un'aspettativa (auto-generata) disillusa dopo pochi istanti che approdo in città, sarà quella torta di noci che porto con me ben richiusa in una confezione elegante, che penso a quanti istanti mi sono persa con i miei genitori che mai più possono tornare, nella mia foga di fuga, nella mia cocciuttaggine tardo-adolescenziale e nel mio richiamo di autonomia.

perchè come dice Daria, "ai genitori li fai felici anche con solo una telefonata, quando gli sorridi, perchè sei contenta, hai fatto un gesto piccolo che non costa nulla. magari a volte ce lo scordiamo. e ce ne ricordiamo solo quando non ci sono più e non ci puoi credere che potrai vivere senza il loro sguardo addosso. perchè capisci che essere gentili e pazienti conviene, perchè quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso: tempo, divertimento, riposo. ti illudi che ora che l'hai capito passarai tutta la vita ad amare gli altri. forse lo farai. forse no."

non voglio promettere a me stessa di tornare più spesso a dare un bacio ai miei genitori. ma essere più dolce e gentile con loro, si. per troppo tempo sono stata burbera e distante. e non se lo meritano. anche se loro sanno che li custodisco sempre nel mio cuore, come quest'immagine che sta all'ingresso della casa di mio padre "Amici e Nemici, 1743" e che testimonia come anche i miei avi tenessero aperta la loro porta proprio a tutti. questo è quello che mi piace. questo è quello che conta. e che ogni tanto dimentico.

mercoledì 9 novembre 2011

loving filippo timi, il treno per Vigevano & myself

Domani sarò al Franco Parenti per vedere come se la cava Alessandro Gassman.

Per ora non mi resta che rileggere queste righe del mio fidato Filippo Timi, una vera garanzia fuori & dentro dal palco...
"La gente oggi ha paura di amare. In giro non ci sono più esseri erotici. Non vedo più uomini che amano veramente le donne, e non vedo più donne che amano veramente se stesse. La bestia e' un'immagine che avevo in testa e che mi ossessionava: sentivo un mostro che mi azzannava al collo. Quel mostro per me e' la vita, e non si capisce se la vittima siamo noi o lei. Siamo noi i parassiti o lei? Ecco perché cerco di morderla questa vita; per riappropriarmene e trasformare questo morso prima in un ghigno e poi in un sorriso."

Ah, dimenticavo, stamattina per lavoro sono stata a Vigevano, una manciata di chilometri di treno verso sud e ho avuto un'illuminazione mentre guardavo la periferia che scompariva e lasciava spazio alla campagna e alla luce dopo giorni di pioggia, come un click nel cervello che ha fatto da balsamo a un dubbio che custodivo da tempo. in realtà era un tarlo che riguardava solo me stessa, coi miei fardelli di pensieri, a volte così eccessivi.
non lo so cosa possa essere stato, ma mi ha fatto sentire più libera: come quando si fa l'amore per terra, in silenzio, come un rito che non si può più rimandare. ed è stato commovente.
Capire che ora non posso più fare a meno di te. Gabriele.

venerdì 28 ottobre 2011

Beauty is on the other side

Mina canta “è l’uomo per me”. Il suo appartamento era sfatto.
Era davvero convinta che voleva proprio quello, con tanto di torte di compleanno di nipoti strepitanti, grembiuli a quadretti, piega capello liscio biondo “sembra fatta a caso” e piglio paziente e accondiscendente? Si, si sentiva donna oggi più che mai. Ma no, non voleva fermarsi, non voleva assopirsi, non voleva limitarsi a piacere. “sono stata forse troppo amata?”, era confusa. Non voleva condividere il suo microcosmo con nessun altro che con lui. Lui che l’aveva stritolata nelle sue braccia e convinta che nessuno avrebbe potuto insediarsi tra loro e il resto del mondo.
Si chiedeva allora perché aveva sempre così bisogno di ardere:
- Gli era stato dato forse così poco fuoco da piccina? (che ridere quei legnetti che caricava lo zio Fausto sulle braccia, non più di 10 e di dimensioni e pesi diversi, per carità, perché sennò poi come si accendeva la stufa in un gelido gennaio degli anni ottanta?)
- Perché solo così si sente viva?
- Perché le piace mettersi in gioco?
- Oppure perché la città la elettrizzava e aveva bisogno di sfogare tutti quegli stimoli estemporanei – gli sguardi persi sulla metropolitana, i sogni chiusi in un cassetto dei colleghi, l’assopimento di chi si scaccola al semaforo in circonvallazione – in una notte d’amore che graffia.
Metto su google: “gioco da sola”- pensando di essere una pazza a perseverare nel giocare da sola tipo scrivere, parlare da sola, cucinare- e escono solo post di madri esauste nel vedere i loro infanti incapaci di giocare da soli, supplichevoli nelle loro richieste di partecipare ai loro divertimenti del spare time.
Ogni tanto mi concedo un bicchiere di bordeaux durante la mia cena solitaria e lascio che decine di smart metallizzate e decapottabili scassate sfreccino isteriche sotto casa mia. Lo stereo mi detta i tempi. Da quando ho cinque anni e io possa ricordare, lo specchio diventa il mio migliore amico. Necessità virtù. Da piccola mi faceva sballare tenere un finto microfono in mano e fare la diva con me stessa. Quanto mi faceva incazzare se mia madre entrava con impeto nemmeno fosse scoppiata una terza guerra mondiale per annunciarmi che era pronta la cena: minestrone & crèpes. E mi dico: ma che accostamento è?? Forse lo capisco solo ora: come per dire “prima lo schifo e poi lo zuccherino”, peccato che oggi non so cosa darei per delle vellutate di verdure così profumate e intense. Però mamme non angosciatevi: non è per tutti saper giocare da soli. Credo che in realtà mi basi così poco per farmi apprezzare una serata: perfino la nuova pubblicità della Barilla, così patetica e finta italiana, mi ha addomesticato stasera. Chiudo gli occhi e voi sparite. Ma tu ci sei. Lei ti sente.
Devo riconnettermi con il mio lato più bambino, con il mio lato più sensuale, con il mio lato più istintivo, imparando ad ascoltarmi di più. Perchè così mi diverto. E ricarico. I seduti non fanno per me. Su, su vestitevi, preparatevi e godete di questa notte che è così bella.

lunedì 24 ottobre 2011

Il TG stasera proporio non si può vedere

Stasera sono stanchissima (e tachicardica - per lo più non capisco come possano convivere le due sensazioni. Mah). Avrei dovuto fare quel massaggio che avevo prenotato alle 18.30 ma che non sono riuscita a fare: come tutti i milanesi, pare che il lavoro arrivi sempre al primo posto nella "to do list" del nostro quotidiano. In compenso il Dott.Calabrese della Farmacia Bergognone è una garanzia contro le mie ipocondrie e il suo consiglio -sull'evitare il pronto soccorso e le consegueti 5 ore d'attesa per una lastra inutile al mio mignolo destro, ora raddoppiato a causa dell'incidente domestico di ieri sera- è stato salvifico. Per non dire quando ho incrociato lo sguardo di un tizio in skate al semaforo: era come se mi avesse letta dentro, scoperchiato le mie emozioni di quell'istante e (forse) detenesse la formula magica per rendere speciale la mia serata..ogni tanto mi sembra che gli sconsciuti mi conoscono meglio chi custodisce i miei segreti più profondi. poi è arrivato il rosso e lui si è fermato di colpo all'angolo della strada, in quell'imbuto di rotonda, e la mia bici è scivolata verso casa. Click, ho acceso la7 e il TG è più monotematico del solito (ma in Italia esiste solo SB?), per lo più accompagnato da un minestrone "ready to eat" che sa di cartone, proprio come la sua confezione...beate le zuppe di mamma. poi mi chiama la mia amichetta e ci parliamo proprio come due adolescenti 12 enni: niente male, il mio umore per fortuna è decisamente migliorato da quando ho iniziato a digitare su questa tastiera. allora mi metto a ridere da sola perchè mi è venuto in mente di chi un tempo mi ha chiesto se secondo me gli errori di una persona sono più interessanti delle qualità. non lo so. so solo che mi piace così tanto vedere le persone che sbagliano: sennò che gusto c'è? solo così ci accadono delle cose inaspettate che ci riempiono di gioia. stasera ho voglia di condividere. e di scherzare senza "se" e senza "ma". ridere gratis.

mercoledì 19 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

Gallo, 23 anni di umiltà e talento

Doveva aggiungere qualcosa senza nulla togliere alla squadra. E così è stato.
Il "Welcome back home" (for a while) di Danilo Gallinari, classe 1988, all'Armani Jeans al quale ho assistito ieri sera al Forum di Assago è stato davvero illuminante: come- con umiltà e puro talento- un fuoriclasse di 23 anni è stato in grado di illuminare il derby storico con il Varese e come un allenatore è stato capace di dare alla squadra una propria identità, costringendo il suo "Asso" ad un minutaggio limitato.
Una lezione che serve a tutti, soprattutto nelle dinamcihe di coppia & di lavoro. Perchè da soli, anche se impeccabili, (a volte) si va ben da poche parti.
Grazie Gallo per lo show, grazie Scariolo per la lezione.

martedì 27 settembre 2011

La Magolfa

Dopo aver corso come una cretina in bici per andare alla ASL di zona in pausa pranzo e aver visto 50 persone in coda nell’unico orario di apertura al pubblico dal martedì dal giovedì, e non avendo lì per lì a disposizione luoghi a me cari- né la vista dal Gianicolo, né un piccolo café in Montorgueil, né un’amaca a Puerto Viejo e tanto meno uno scorcio sul Sassolungo- per decomprimermi un attimo dallo sclero metropolitano, mi sono diretta verso la Trattoria Magolfa. Entrata per un decaffeinato sennò i battiti cardiaci aumentavano ancora di più, mi è bastato il sorriso del proprietario con la sua piccola ad accogliermi sull'uscio per sciogliermi tutta in battibaleno. Forse la cortesia d’altri tempi scatena in me una dolcezza che nemmeno io so di custodire dentro.

venerdì 16 settembre 2011

Brad, il vero patetico sei tu!

Della serie sfoghi non richiesti: quando l'ex - forse un pò sottotono in questo momento- ha manie di grandezza e rivela il suo lato più narciso: il classico "attacco alla moglie di un tempo e celebrazione del suo stato di idillio con l'attuale fiamma." solo questa frase fa rabbrividire:
"Ho passato gli anni Novanta a nascondermi, cercando di evitare la celebrità e tutto quello che ne derivava, ma iniziavo a stare male con me stesso e a sentirmi davvero patetico, così ho capito che per uscirne dovevo trovare un film che raccontasse una vita interessante, visto che io stesso non ne stavo vivendo una. Credo che il mio matrimonio avesse qualcosa a che fare con quella situazione, visto che pretendevo che fosse qualcosa che in realtà non era (...) Ora invece sono un uomo finalmente soddisfatto delle scelte che ho fatto e contento di aver trovato la donna che amo, Angie, e di aver costruito con lei una famiglia che adoro. Sono rimasto realmente sorpreso dalla facilità con la quale mi sono adattato, è stata una cosa automatica e istintiva e ora ho imparato a fidarmi del mio istinto."
Ma chi te l'ha chiesto? E soprattutto perchè?
Questo vale anche nella vita di noi "comuni mortali". Le cadute in basso sono sempre dietro l'angolo.

ancora una volta arriva da un uomo una "minchata" del genere. non mi sorprende...

Brad 0- Jennifer 1.

http://www.parade.com/celebrity/2011/09/brad-pitt.html

giovedì 15 settembre 2011

Yeah you drive me



quando è uscito questo video avevo 13 anni, MTV si prendeva solo a casa di mio nonno Arturo e io giocavo a cantare questa canzone con una scopa al posto del microfono sulla sedia della sua cucina, uscendo di tanto in tanto su quella terrazza soleggiata circondata da una cornice di montagne e sognando di prendere ed esplorare il mondo. e di sposare Steven Tyler a Las Vegas. il mondo in pugno, una grinta che non dico. dopodichè non ho più smesso di cercare.
dopo anni, la stessa voglia di urlare e di smarrirmi (e di ritrovarmi) e di assorbire tutto quello che vedo e mangio e annuso. e tu sei il mio complice: yeah, you drive me baby...!

venerdì 9 settembre 2011

Tutte le mattine

Tutte le mattine, per andare in ufficio sfreccio in via Argelati, dietro il Naviglio Grande. Lei è una sicurezza: è sempre lì, da quest'inverno, con il suo sguardo perso nel nulla. Ogni tanto è anche capace di abbozzarti un sorriso, tra i cartoni e le valige e vecchi oggetti e un carrello del supermercato. Più volte mi sono chiesta se stava bene, se aveva bisogno di qualcosa, senza però fare mai nulla. Mi sentivo completamente inerme di fronte a lei. Beh, stamattina le hanno tolto tutto: i vigili le facevano foto che nemmeno ai detenuti, la privavano dei suoi "averi" che gelosamente custodiva e bruscamente la invitavano a lasciare quel marciapiede che per quasi un anno è stata casa sua.
Hey, dove andrai ora?

martedì 6 settembre 2011

e lo zaino della Ferrino

stasera c'è mio padre a Milano, giunto temporaneamente in città dalle dolci vallate. ogni tanto passa.
mi cucina gli spaghetti al pomodoro, suo piatto forte. E' nervoso, lo si percepisce: questi 48 metri di bilocale sulla circonvallazione con in lontananza la scritta "oki" rossa che brilla ad intermittenza non lo fanno sentire a casa. vuole un gelato sul naviglio. accontentiamolo.
decido di fargli vedere il regalo di Betta-Jurgen-Wanda-Carlo per i miei 30 anni: uno zaino della Ferrino spettacolare per il mio prossimo viaggio di dicembre nel Rajasthan con la Carolina e mi dice: "ma sei proprio sicura di volerci andare visto che sei piena di problemi?" (direi che il suo piglio "montagnino - sono tutto una delicatezza" è veramente disarmante, nonostante lo conosca dall'81 come direbbe Gabri, ma sul serio però...) "Cioè?" asserisco io. E lui: "ma se ogni due minuti c'hai questo e quello e quell'altro ancora". "Vero, sono a pezzi da un periodo. ma sto facendo delle analisi e scoprirò il perchè".
Tanto poi in India le mie difese immunitarie saranno al top, le sue menate mentali (che mi hanno creato manie di perfezione e senso di inadeguatezza per una vita intera) saranno ben lungi da me, la mia ipocondria ai minimi termini e la mia energia verrà catturata da ogni particella di ossigeno che respirerò. Con la Caro vicino - da dieci anni al mio fianco anche se dall'altra parte del globo- non avrò paura di nulla. se non di una me (ri)generata.
per fortuna, caro Ale, che noi donne non sappiamo sognare. per fortuna che ci sono gli aerei, che ci permettono di Conoscere. per fortuna che c'è gente in giro che ogni tanto ti demoralizza (che lì per lì vorresti uccidere) ma che ti fa venir una gran voglia di tirare fuori la grinta e dirgli "faxxxlo"! per fortuna c'è lì sul divano il mio zaino della Ferrino che mi sorride.
dai, andiamo a prenderci 'sto cono, anche se i dolci a te non ti addolciscono- nemmeno quelli!

lunedì 5 settembre 2011

"I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni"

Picasso aveva ragione. e oggi, con una fascia in testa, stretta sulle meningi doloranti, mi sento stanca e vecchia e grigia.
allora mi sforzo di ricordare i miei tramonti sui fichi d'india e le nuotate fatte di mezzore e l'odore di sabbia sulle labbra e la pelle ambrata e la testa svuotata. Ora colma come un uovo sodo.



giovedì 1 settembre 2011

torno a casa

in bici dopo una serata carinissima e vedo un'adv ad una fermata dell'autobus sotto casa di un marchio di moda mai sentito (tale "Fracomina") che recita: "faccio politica ma non vado a letto con nessuno", con annessa foto di una sventola ventenne che si finge in carriera.
eccomi tornata in "continente" dopo quasi un mese off. per fortuna che sono serena come non mai: nervi saldissimi!

mercoledì 31 agosto 2011

Progettualità quotidiana

Dico: “Ma io non lo so: se sei spensierata e un po’ sciocchina, non va bene. Se hai voglia di situazioni Mulino Bianco (anche solo ipotetiche, per carità!) con stuolo di figli, li opprimi. Se sei seria e precisa, che palle. Ma che cavolo devono fare le donne oggi per non ferire/ non stufare/ non soffocare /godere con il maschio italiano?”
Risponde: “Cara, sorridi e cerca di coltivare la progettualità quotidiana”.
Dico: “Cioè?”
Risponde: “Cercare di creare, anche solo mentalmente, delle situazioni possibili e non, che possano aiutare la coppia a crescere e a crederci davvero.”
Dico, con il mio solito misero appiglio pragmatico, da donna delle montagne : “Ossia?!”
Risponde (più o meno così): “Le donne d’oggi non sono capaci di sognare. Devono sempre programmare le vacanze qui & lì mesi prima, organizzare questo e quell’altro senza sosta. Non sono capaci di fare un brainstorming emotivo di idee da condividere con la propria metà, cose da fare ma anche no. Per poi pescarle dal cilindro quando se ne ha voglia. Per farle sul serio”
Dico: “non lo so, sono stanca. (forse perché era mezzanotte, ndr). È un discorso troppo complicato. per me è tutta una questione di Entusiasmo. Quello è il sale della coppia. Da spalmare a piacere.”
Risponde: “Quand’è che ti sposi?”
Dico: “Chissà!”
E intanto questa mattina, in ufficio, la collega Martina annuncia che diventerà mamma (auguri!) e Valeria Golino (I love her!) asserisce: “mi hanno chiesto in moglie solo gli uomini a cui non ho dato nulla”.
Per ora l’unica cosa che so è che riesco solo ad essere me stessa. Con il mio plotone di difetti (ma i pochi pregi sono tutti da scoprire, garantisco). Nessuna tattica, nessun espediente. Nessuna “progettualità quotidiana” da coltivare. Basta guardarmi in faccia.

lunedì 1 agosto 2011

finally a good news!

stamattina alla radio, sotto la doccia, ho sentito una bella notizia: secondo una recente ricerca inglese, non è vero che utilizziamo solo una percentuale ridottissima del nostro potenziale intellettivo (come si sentiva spesso dire: "noi usiamo solo il 10% della nostra intelligenza"): anzi, a sentire l'indagine mai come ora siamo sovraffollati di nozioni e pensieri. e proprio questo può essere la causa di stress e incapacità di fare una selezione decente di quello che ci può davvero servire o meno.
oh, finalmente una good news. mi sento rigenerata. finalmente qualcuno che dice:"datevi una stoppata, basta immagazzinare, basta cercare di controllare tutto,". ah, mi sento già meglio. che sollievo.

martedì 19 luglio 2011

somebody's playing the trumpet for me downstairs

Nel film "la bellezza del somaro" il personaggio di Jannacci dice di non conoscere il cuore come muscolo (diversamente dal figlio, la cui professione-medico- lo porta ad esplorarlo in tal senso), ma come pianeta. E aggiunge: "per rallentare i battiti del nostro cuore è necessario un dominio sulla vita ottenuto solo con l'abbandono".
e io sorrido dolcemente a me stessa e mi dico che ha ragione.
e penso a quando avrò anch'io 50 anni e mi guarderò indietro e immagino mi basteranno anche solo una battuta e un istante per chiarire i dubbi e (ri)tornare a scherzare con quello spero un giorno vorrà condividere con me il cammino.
Laura Morante in questo film assomiglia a mia sorella (immaginaria). meravigliosa quando strepita:"la patta dei pantaloni è come l'inconscio: non sai mai quello che ci trovi dentro".
qualcuno qui sotto sta suonando la tromba. e io immagino lo faccia per me. per coccolarmi in questa fresca serata estiva.
apparecchio la tavola. è ora.

giovedì 14 luglio 2011

my favourite horoscope - da L'internazionale.it

Vergine, settimana dal 15 al 21 luglio 2011

Ti rimangono forse dieci giorni per individuare la sfida migliore per la seconda metà del 2011. Dovrà essere un rischio intelligente che tirerà fuori il meglio di te, allargherà la tua mente e ti porterà a rinunciare almeno al 10 per cento del tuo narcisismo e al 15 per cento del tuo pessimismo. Fidati sia del tuo intuito sia della tua razionalità, Vergine. Sarà importante che tu li usi entrambi, nelle tue prossime incursioni oltre il limite della tua capacità di comprendere.

Bo.
Amo le sfide, ma non sono molto capace di rinuciare al mio narcisismo (10% forse si, dai). Al pessimismo un'ora gli strizzo l'occhio e l'ora seguente non mi fa una piega, lo scaccio con un sorriso.
Certo ovvio: il mio intuito mi ha sempre aiutata (tranne alcuni casi ecclatanti). ma se tutto ciò può servire a farmi tirar fuori il meglio di me, eccomi in prima linea ad ubbidire!

bonne soirée à tous!

lunedì 11 luglio 2011

La vecchia di fronte a me

La vecchia di fronte a me, in treno, è odiosa. non mi sono mai fidata delle persone dalle labbra eccessivamente sottili. è come se trattenessero, troppo a lungo, troppe parole e troppe emozioni. Rimanessero lì, stantie, chiuse tra due fili rossi.
Le cose che mi mancherebbero troppo di Milano qualora decidessi di lasciarla (e sarà così, un giorno, d'improvviso, senza premeditare e senza rimpianti):
- la Stazione Centrale che mi accoglie timidamente nella nebbia di febbraio e soffocante nei mesi estivi
- la mia bici sui Navigli: cercare di indovinare, pedalando, gli stati d'animo altrui, vedere i ragazzini baciarsi e i baristi che preparano le colazioni con una rapidità meccanica e certosina
- il ponte di Porta Genova. è verde e la giornata acquisisce un altro gusto dopo averlo oltrepassato. come un mantra, ne esci rinvigorito.
Spesso ho avuto la sensazione di essere di passaggio in questa città, spesso ho confessato a me stessa che solo qui potrei vivere - è una droga. spesso la sento in pugno e allora gioisco. ogni tanto scappo e chiudo la porta a chiave, sbattendo la porta.
Stazionde di Treviglio. La vecchia è scesa, per fortuna. un ragazzo decisamente più giovane di me mi osserva incuriosito dal marciapiede del binario. vorrebbe sorridermi ma è timido e perplesso.
Quante cose rimangono silenziose. quante cose emergono purtroppo nella peggiore delle maniere. è vero che anche la forma è importante. cavolo se hai ragione!
Cosa mi è piaciuto di più di questo fine settimana:
- la scritta "a Paolo" proiettata sulla roccia: "Nomi on the Rock" non lo dimentica. E come potrebbe essere altrimenti?
- vedere la Franci finalmente serena
- aver portato con me Laura e aver condiviso con lei le ultime 24 ore, dopo mesi così distanti
- aver ballato con le amiche di mia madre, solo cielo sopra di noi. una vera liberazione
- un ex che forse mi ha capita. e chissà, forse anche perdonata: ma non diciamolo ad alta voce!
Mancano ormai pochi chilometri a casa. E lui mi aspetta. E io non vedo l'ora di spalancare le braccia e perdermi nelle sue tracce. La sua colonna vertebrale così dritta, le sue spalle larghe e accoglienti e la sua voce mai troppo alta sono lì, pronte a prendersi cura di me e a estasiarmi per l'ennesima volta e a farmi capire che sono perfetta, così.

martedì 5 luglio 2011

Pa(r)tire

Appena rientrata da tre giorni di full immersion sarda, nella mia terra d’adozione. Santa Teresa senza la calca di agosto ha tutto un altro fascino. Il mirto da Conti a mezzanotte e un bagno al tramonto con nessuno in spiaggia sono una garanzia. E il rientro in città non sa di hangover...

Certo però, l’attesa di un’altra partenza è sempre lì…chissà quando smetterò di essere, come dice mia madre: “un’anima in pena” e riuscirò a stare ferma, tranquilla, senza strizzare l'occhio al prossimo check in!

Enjoy your holiday...

giovedì 23 giugno 2011

No Vasco, io non ci casco

Questa vota Morgan c’ha visto bene: Vasco è molto ma molto stanco (…) il concerto di ieri è stato piuttosto deludente, per non dire dei 90 minuti di ritardo. La mia schiena era davvero dolente nell’attesa. Anche i miei vicini a San Siro non hanno molto gradito. Per non dire che, se sei un vero rocker e hai voglia di far divertire il tuo pubblico, sfori i limiti d’orario imposti e te ne freghi delle possibili multe del Comune.
Lo manderei in pensione per un po’, anche lui ennesima cartina di tornasole di un “vecchio” sulla cresta dell’onda in un paese di anzianotti: che novità, eh?
Per ora posso dire, pensaci tu Ben. Tra un mesetto è il tuo turno! E poi si, che è davvero estate.

lunedì 20 giugno 2011

tuffo

quante volte si è rimasti senza voce davanti al desiderio. lui di fonte a te e le parole sembrano non arrivare.
quante volte i nostri pensieri sembrano incomprensibili. e noi impotenti.
quante volte ci sentiamo cesellatori di anime e poi crolliamo nello sconforto.
quante volte ci fingiamo tranquilli e in realtà siamo bombe a mano.
qunte volte cerchiamo le stelle e vogliamo il meglio per noi e poi non abbiamo nemmeno i piedi saldi in terra.
quante volte non siamo in grando di abbellire i nostri desideri perchè ci perdiamo ancor prima di iniziare.
quante volte giochiamo a fare i grandi e conserviamo timori da bambini.
quante volte ci piace sussurrare frasi d'amore, senza attendere nulla in cambio.

tutto ciò si chiama Paura. tutto ciò si chiama Speranza. tutto ciò si chiama Istinto.
un tuffo nelle acque più profonde. prendere in mano il proprio cuore fino a farlo sangunare.
solo così viviamo.

giovedì 16 giugno 2011

Osho said

Milioni di persone soffrono: vogliono essere amate ma non sanno come amare.
E l'amore non può esistere come monologo; è un dialogo, un dialogo pieno di armonia.

brand[elli] di me [e di una nazione]

[per dirla in parole povere] c'è chi sostiene che gli italiani, universalmente riconosciuti come maestri di diplomazia, si rivelano incapaci di governare se stessi; immersi nella corruzione sopportano politici, inefficienze e imprenditori inetti; sono valorosi se presi individualmente, ma messi assieme non riescono a formare un esercito valido.

e poichè ciò che li circonda è frenetico, confuso e instabile, si rifugiano nelle sensazioni, nei sensi. dedicarsi alla perfezione artistica, alla creazione e al piacere può quindi diventare cosa seria: non solo un modo per sfuggire alla realtà, ma un modo di aggrapparsi ad essa quando tutto il resto si disperde. ecco che possiamo vantare i migliori cuochi, sarti, cantanti d'opera, pittori [e così via].

così mi sono chiesta, dopo questi ultimi giorni così terribilmente ansiogeni e squisiti, cosa mi dà davvero la carica, soprattutto in alcuni momenti della giornata quando magari vorrei scoparire, quando mi sento "sdoppiata" nelle mie vesti, quando mi sento di godere terribilmente l'attimo o quando mi sento mancare il respiro.

Resta davvero solo l'orgoglio di riuscire a fare le cose alla perfezione quando tutt'attorno tace? Sarà davvero che non siamo spesso in grado di sapere in cosa dobbiamo credere o di chi ci possiamo fidare e poi ci rifugiamo nel solo godimento e nell'arte (e per essa intendo cucina, musica e così via)?

non lo so, amo l'arte e il piacere forse più di ogni altra cosa sulla terra. ma non nego che a volte l'empatia con qualcun'altro e le pause dall'ansia da controllo [due cose che ogni tanto mi riescono] sono oggi, per me, salvifiche.

lunedì 6 giugno 2011

Me according to my Sweetheart


























calcolo delle probabilità

A 23 anni mi hanno proposto, prima nel garage di casa e poi, più classic style, sulla Tour Eiffel, di sposarmi. Era il mio primo vero amore, ma ero troppo vogliosa di esperienze e di fagocitare il mondo.
Poi a, 27, ero io che proponevo al mio lui di turno di convivere nella grande città e di pensare ad avere un nucleo tutto nostro. Questa volta era lui a non volerne sapere (!)
Ora manca davvero molto poco ai 30 e non vi dico la confusione: mamme e migliori amiche allarmate per il mio “prurito” al matrimonio, ex fidanzati con bimbi a carico, pancioni su Facebook di conoscenti che perdo di vista per un anno e tanti/e coetanei/e che, single superati i 35, non sanno dove sbattere la testa, per non dire di quelli che si sono sposati a 25 e già separati invece…
In questo semplice calcolo di probabilità, non mi viene che sa sorridere a pensare alle mie proposte matrimoniali così naive e vere, mi viene da ridere a sentire tesi strampalate “meglio aspettare e sposarsi in età adulta”…mi meraviglio di fronte a chi ancora cerca la regola d’oro. Che non esiste.
Penso solo a come dice il mio “amico” F.Timi che sia ancora necessario, per le storie che in cui ci crediamo davvero, essere semplicemente innamorati dell’amore. E poi tutto quello che si vuole viene da sé. È così facile. E io così felice, ora.


martedì 24 maggio 2011

"giochiamo a palla prigioniera?"...e intanto Milano (forse) cambia!

Non lo nego: sono uscita da "Habemus Papam" un pò confusa: divertita per le immagini dei cardinali che chiedono a Moretti di giocare a palla prigioniera anzichè a pallavolo, ma anche molto scossa per la confusione di un papa depresso. Insomma è parecchio destabilizzante, soprattutto per una come me che ha comunque passato 8 anni della sua vita in un entourage di suore, sentendosi spesso inadeguata davanti alla loro precisione e rigore, richieste di sottomissione e spirito di abnegazione.
ma ritorniamo alla mia serata: esco dall'Eliseo post-cinema veramente frastornata, da sola, e mi dico: "beh, un bel gelato mi farà rinsavire, per lo più con questi 30 gradi", ma ecco che la città mi accoglie con un fiume di biciclette dotate di qualcosa di arancio (non pronunciamo il nome di quell'essere immondo dei centri sociali, suvvia!) su via Torino, migliaia (e non scherzo) di ruote e teste danzanti per la città. E dopo dieci anni che vivo qui, per la prima volta, ho capito che forse è davvero arrivato un margine di cambiamento per una metropoli imbalsamata. Così come attirata da una forza, mi sono aggregata anch'io a questo fiume senza fine, poi, giunta al Duomo, ho fatto dietrofront e col cuore più leggero mi sono diretta verso casa. e giù verso Porta Ticinese che era in pieno fermento- giovani che si baciano, white collar con le occhiaie- i navigli finalmente sgonfiati dalle facce da aperitivo e quando apro la casa, un vero forno. Ma prima di mettere le chiavi nella toppa mi sono specchiata nei vetri trasfarenti del mio ascensore "vintage" e col mio vestitino stile savana mi sono detta: "è tutto sottocontrollo, quella lì sei tu e stasera hai in mano la tua vita".
non lo so perchè ma sto veramente bene. sleep well!

venerdì 20 maggio 2011

A come

Amore e capitalismo Leggo: “Che cos'è l'amore? L'amore è come il capitalismo: la scelta del partner riflette il meccanismo di ricerca e selezione di qualsiasi altro bene di consumo, che si vede condizionato dai desideri e dalle capacità di ciascuno di noi: se sono bruttina, non potrò mai adescare un calciatore di Serie A, tranne il caso in cui sia particolarmente ricca, magari dirigendo la squadra in cui il mio obiettivo sta giocando. Ovviamente non si parla di soldi, ma solo della capacità del partner di soddisfare le proprie esigenze: se si amano le scarpe da 400 euro al paio, si cercherà sempre un partner ricco; se si ama ascoltare, si cercherà un partner logorroico, magari che faccia radio; se si ama il potere, si cercherà un partner politico (o mafioso). “
Ma smettila!

Amore e amici Leggo: “gli amici di George giurano che Mr.Nespresso vuole lasciare la Canalis perché sempre nervosa e poco sicura di sé in pubblico. “
Mi domando: ora gli amici dettano le linee guida per una possibile rottura? Bah.

Amore e matrimonio
Leggo: “Maria Dossetti, che a lungo ha insegnato Diritto di famiglia all’Università Bicocca di Milano ed è autrice di diversi libri sul tema, segue questo filone di pensiero. “Penso che la ragione di fondo del calo dei matrimoni risieda nella cultura di questi ultimi 10-15 anni centrata sul benessere personale – dice la docente -. Oggi è molto di moda lo “stare bene” personale. In una cultura come questa, un atto come il matrimonio che costringe a confrontarsi e ad assumere obblighi nei confronti di altri, spaventa perché mette a rischio il proprio essere e il proprio benessere. “Il matrimonio – aggiunge Paolo Moneta, docente di Diritto canonico all’Università di Pisa – è una scelta personalissima che, al tempo stesso, mette in una rete sociale e familiare che serve da paracadute e dà solidità della relazione. Ma nel momento in cui questa dimensione comunitaria viene meno, anche la relazione personale si indebolisce”.
Che confusione di massa…

Amore e altri disastri
In questi giorni sto assistendo a una fuga generalizzata di molti uomini/donne trentenni che mollano (o sono mollati) i neo o vecchi fidanzatini del caso. I motivi sono tanti e diversi tra loro. Ognuno di loro mi illustra le proprie tesi e cerca il confronto con me sul “perché” e il “come” hanno lasciato o sono stati scaricati. Spesso si sentono le stesse lamentele e le stesse opinioni. Ormai mi pare di navigare in un fritto misto inconsistente di “se”, “ma”, “avrei dovuto”, “che vada a cagare quella stronza”. Cerco a mente fredda di ragionare e dare loro dei consigli che possano aiutarli a superare il momento. Ma non ne vengo fuori, giuro. Non trovo né regole, né dettami da seguire.
Così decido che questo week end sarà dedicato, egoisticamente come dettano i tempi moderni (!), a quello che mi fa stare bene: andrò alla mia sessione yogica domattina e poi ad una mostra che mi ispira e farò un po’ di shopping con mia madre che mi viene a trovare prima di ripartire di nuovo, ma non mi priverò nemmeno di una passeggiata con gelato e discussioni amletiche col mio avvenente compagno. Il tutto condito da uno sano spirito zen. Perché come direbbe qualcuno: “karma is a bitch” e io aggiungerei bisogna godersela, fin che si può!

martedì 17 maggio 2011

missing my strong attendant so much!

Another day without fear, please!


Credo di aver urgente bisogno di una settimana per nuotare, leggere, correre, immergermi nel blu, non ascoltare nessuno che reclama. 7 giorni per (ri)prendermi cura di me. Ascoltare il ritmo del mio cuore, del mio respiro, delle giornate scandite dal sole. Imparare ad annusare i colori.
Perché, in questo momento, mi sento soffocare e voglio tutto e subito. E soffro troppo a vedere gli altri soffrire. Perché ho paura. Paura di perdere l’amore. Paura di non essere capita (e di non capire) fino in fondo. Paura di non riuscire più a sbagliare.
Proprio a me doveva succedere…che amo fare cazzate, che mi diverto a stare in mezzo al casino, che mi piace perseverare negli errori.
Lavoro all’Istituto Internazionale di Ricerca. Ma cosa sto cercando? Perché sento che la mia vita mi sta sfuggendo e faccio così tanta fatica a dominarla? Forse perché ho voglia di novità? Perché sono la principessa sul pisello e voglio che tutti stiano ad ascoltarmi? Perché voglio dettare io le regole del gioco? Ma è un gioco e quindi accetta le regole, cazzo!
Stop. Ora mi godo il pranzo col risotto della Laura al Parco Solari, mi rileggo con calma la mail della Ciumy, mi bevo il Mumm Napa Valley con la Betta mentre giochiamo a fare le “bionde cretine”, guardo in faccia Gabriele, gli tiro i capelli e gli urlo che lo amo da impazzire perchè mi sa che non l'ha ancora capito e che deve essere convinto di essersi messo in un bel pasticcio per tollerarmi, prendo per mano mia madre e le dico che la deve smettere di agitarsi per qualsiasi cosa.
Si: forse queste cose mi aiuteranno più dei 7 giorni di anestesia dal mondo.

mercoledì 11 maggio 2011

do not miss





Michel Comte
Crescendo fotografico
10 maggio – 3 luglio 2011
Triennale di Milano
a cura di Walter Keller
http://www.triennale.org/michelcomte/

sabato 7 maggio 2011

vorrei dirti quello che non so

stamattina mi sono svegliata che mi pareva di essere una principessa svogliata-rock.
volevo fare l'amore e andare alla mostra di Fernanda Pivano e ai Giardini Montanelli da Orticola a vedere piante rare e frutti antichi. volevo essere baciata dal sole flebile che incorincia Milano in questa giornata. volevo innaffiarmi di chi mi stava accanto e smetterla di stare con la testa al domani.
smetterla di prendermi cura dei dolori altrui. smetterla di pensare di non fare mai abbastanza o di essere inadeguata per questo o per quello. smetterla di sentire le sirene delle ambulanze. smetterla di soddisfare i desideri che non mi appartengono.
poi ho capito. che anch'io, a mia volta, riponevo sugli altri le mie aspettative, le mie insicurezze, le mie necessità.
sempre con quella mia natura di cercare di rendere la mia vita il più accattivante possibile.
e mi sono fermata.non tutto può essere sotto controllo. non tutto può essere pianificabile. non tutto deve essere tacito. non tutto può seguire il mio passo.
mi sono detta basta.
E ho ripreso il ritmo delle stagioni e la mia prepotenza è sparita come un soffione al vento.

sabato 30 aprile 2011

la vita degli altri

a volte mi piacerebbe essere parte di un romanzo, vivere da protagonista, un'eroina straziata dalla fame, un polpo sbattuto su un sasso...a volte vedo un taxi che sfreccia per la mia città e mi chiedo qual è la storia di colui/colei che lo occupa, e la mia mente si perde, mi emozionano le strade e gli occhi degli alberi.

lunedì 18 aprile 2011

disruptive

Sto cercando da un po’ di tempo di inserire in agenda, al mio prossimo evento, un intervento che definirei “disruptive”, che possa interessare la futura platea in sala, che possa stupirla ma che esca dai rigidi schemi tematici che uno si aspetta solitamente ad un convegno dedicato alla sua professione (in questo casa di parla di edilizia e sono coinvolti architetti e ingegneri che operano nella sanità).
Tanto per fare un esempio: far parlare due astronauti –che magari ti danno un po’ di dritte sul problem solving- ad un convegno sul black out energetico, oppure due creativi dell’ADV sulla segnaletica in ospedale. E non riesco a partorire nessun’idea…che scarsa!
Continuo imperterrita a fissarmi su argomenti come l’illuminazione, il confort del paziente, il condizionamento, l’acqua o i rifiuti (tutti temi già triti e ritriti per gli “addetti ai lavori”) e non riesco a fare quello che chiamerei il “salto del paradigma”…chissà come mai in questo periodo sono così restia a tirare fuori dal cilindro degli spunti nuovi, nel lavoro così come nella vita.
Non voglio fare di tutta l’erba un fascio e allora traccio un mini stato dell’arte della mia situazione: bionda (non nel senso francese del termine!), quasi 30 enne, direi in forma (anche se acciaccata dal mal di schiena, che anche le 90enni mi battono all’acqua gym…), innamorata, un po’ squattrinata ma tanto volenterosa di meravigliarsi giorno dopo giorno (c’è chi dice che la capacità di sorprendersi- quindi di non annoiarsi così frequentemente- sia una facoltà poetica che si decide: orsù allora facciamo tutti un po’ di esercizio!).
insomma è un periodo piuttosto sereno della mia vita.
Sarà che oggi è lunedì e, thanks God, è finita la settimana del Salone del Mobile cha ha paralizzato la mia via d’accesso all’ufficio, sarà che mi aspetta un week end di full immersion con i miei, e thanks God pranzeremo a Pasqua con vista sulla Corsica, sarà che tutti sembrano stufi del proprio partner (ma io no!!-Come potrei essere comprensiva e accondiscendente ad ascoltare storie tristi e irrisolte quando mi sento così bene? magari sarei poco credibile per il mio interlocutore..) o disillusi del proprio lavoro, sarà che certi altri se ne vengono fuori con situazioni paradossali …allora che fare?
Come perseverare ad essere amorevoli e disponibili e allegri, assecondando la mia natura di questi giorni, quando si è immersi in un mare di squali che vagano per la città con un mood pessimo ritagliato addosso?
Bah, forse è semplicemente arrivato il mio momento di restituire agli altri quello che hanno fatto per me. e forse solo questo- il fatto di sentirmi at least per una volta utile- dovrebbe colmarmi di gioia creativa, per una nuova Idea…

lunedì 28 marzo 2011

spinte

c'è chi ha voglia di prendere un volo per Perth per godersi il mood di una città in continuo divenire. Chi freme per tornare a casa perchè Milano ha ormai stufato: necessita un ritorno disincantato. chi vuole una full immersion nel verde e vuole che il proprio bimbo stia meglio e non cresca in via trivulzio ma con il naso all'insù sulla Corna Mara. chi si sente su un'altalena di emozioni, un sali-scendi ininterrotto che pare non arrestarsi mai. chi non si è mai mosso dai luoghi natii. e c'è chi dice che Casa è dentro di sè e che non importa dove vivi, cosa fai per 10 ore al lavoro, se piove tutto l'anno o se ci sono 40 gradi all'ombra, se la tua abitazione è ultra-tecnologica o minimal...insomma l'importante è spegnere la luce la sera e capire che il proprio corpo & anima sono protetti, curati, al sicuro e godono di una neonata capacità, l'indomani, di affontare una giornata con i puntini di sospensione.


Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'io
....

Camera con vista


la mattina, mi piacerebbe aprire gli occhi e vedere questo...altro che i rumori della circonvalla...

Next Sunday's Night...Elio, di solito, è una garanzia!

lunedì 14 marzo 2011

quello che

quello che oggi mi fa stare bene è:
- essere arrivata a casa dopo un lunedì da schifo e trovare nella casella della posta una busta, con dentro il libro fresco di stampa di Pauline, appena presentato al salone del libro di Bruxelles e adesso è il turno di Parigi. è il suo riscatto tutsie
- contare sempre su colleghi che hanno stima e fiducia in te. anche se ce l'hai col mondo. capita
- Claudia che attende con trepidazione i due esserini che crescono nella sua pancia: du gust is megl che uan
- poter essere vicino alla mia amica Francesca. lei è altruismo allo stato puro. non chiede mai nulla in cambio. ma ora tocca a me
- l'half pipe in notturna di sabato sera a bardonecchia, con un brulé in mano
- l'emozione di un cinema (anche con una trama non-sense) con Lui
- entrare nella mia casa e sentirla mia: ci posso piangere dentro, ascoltare musica col volume "10" del mio stereo Philips, fare le smofie allo specchio con gli occhiali da vista e giocare a fare l'intellettuale
- essere consapevole di avercela fatta da sola, in molte cose, ormai da oltre dieci anni
- essere sopravissuta al clima maniaco-depressivo dell'esselunga di stasera
- pensare a Erasmo e alla sua cura per Luisa. una benedizione in un mare di indifferente egoismo

http://www.youtube.com/watch?v=XN7oFbaC1Ks&feature=fvst

domenica 6 marzo 2011

(s)colpire al cuore. Per tutto il resto c’è il lago di (L)oppio

Alla fine basta prendere una mountain bike e macinare un po’ di chilometri cantando a squarcia gola “ma che freddo fa”. Un fiore all’inizio di ogni filare di vite, le montagne ancora innevate, il lago di Loppio irrequieto- che, a seconda delle nostre esigenze si svuota e riempie- mi placa i bollori di un fine settimana senza fine.

Jessica mi fa l’analisi della data di nascita, dice che per stare meglio devo ritrovare il mio innato senso per la natura, perché mi manca il "centro" (bah!). Immergermi nel verde, spegnere l’interruttore. Poi mi gratta scherzosamente le gambe sotto la tavola, a pranzo, e io penso sia l’Albert che con il suo muso buffo ormai manca dalla scorsa estate.

In realtà la mia mente è con lei (Miss F.). Mi assorbe. Lei, che non si dà pace, il suo amore vacilla. Dice che non ce la farà a riprendersi se i loro problemi non si risolveranno. Dice che la vita non avrà più senso senza di lui. È incredibile come le logiche sentimentali si somiglino così tanto…non importa chi ama chi, l’età anagrafica, gli sbagli fatti (la vita è un minestrone di errori ripetuti ed evitati in corner), convivenza, figli, vita in provincia, esistenze metropolitane, amori aggressivi o amori docili. C’è sempre una matassa che tiene connesse due anime e quando qualcosa si scuce, si apre un vuoto, un baratro. Forse, tre anni di psicanalisi mi sono serviti a qualcosa. Forse Betta, quale mio mentore, con la sua saggezza da Buddha, mi ha insegnato così tanto. Si può amare così tanto, si può dare molto, tutto, ricevere altrettanto, pur conservando un amor proprio che ci permette di rispettare noi stessi fino in fondo. Avere cura della nostra pelle, imbruttita dal tempo e stanca dalle tensioni, dei nostri atomi, guardarci allo specchio ogni mattina e capire che siamo davvero “fighi”, farci baciare dal sole in una giornata come questa, fare un pieno di ossigeno per superare ettolitri di frustrazioni altrui, saper mediare, non esasperare chi ci sta vicino con richieste inutili e prepotenti. Perché solo così i nostri sorrisi sono autentici, i nostri bulbi oculari sono rinvigoriti, la nostra saliva può leccare le ferite degli altri. Solo quando sei libero, sei capace di amare.

Insomma per fortuna che c’è la bici. Quando sono scesa in garage a tutta velocità mi sono venute in mente le corse giù dalla rampa con Luca e i teppistelli del vicinato. Io, l’unica femmina, la più piccola, la più bionda, la più imbranata, la più sognatrice, con le ginocchia sbucciate, quasi fossero testimonianza e premio di un pezzo della loro complicità. Stavo lì e mi immaginavo quello che sarei diventata da grande. Sono fiera di me- intanto, per ora, festeggio il mio primo obiettivo raggiunto nel 2011 e vi giuro che non è cosa da poco conto (!)

Gabri, mi mancano le tue braccia lunghe, tra poco ritorno a casa. Ripulita di alcune paure - un colpo di spugna- e piena di te, nonostante la tua assenza.


martedì 1 marzo 2011

la vera Rivoluzione?

la vera Rivoluzione?
vivere la quotidianità.
Perchè lavoro, amore, amicizia, cibo, sonno, movimento, attesa, sono la ragione del nostro essere.
Perchè un caffè al solito bar, fare l'amore senza moderazione, un sorriso ad uno sconosciuto sul tram, sono piccoli attimi idilliaci.
Perchè, a volte, fa star bene "frizzare" le immagini che ci appaiono, per essere un osservatore privilegiato di un presente sempre diverso.

lunedì 28 febbraio 2011

martedì 22 febbraio 2011

2 Vergini + 1

Su "Vanity" di questa settimana leggo di una donna che chiede consigli ad un esperto di stile su come abbigliarsi per celebrare 20 anni di matrimonio, con una cena a due a Parigi. Mi pare di sfogliare "Grazia" di mia madre, quando ero piccina. ah, allora esistono ancora gli uomini di una volta: quelli eleganti, quelli che ti seducono sempre, quelli che, anche per una notte, ti portano nella Ville Lumière per farti capire quanto sei importante. dopotutto non è una questione di costi: ora con un Easyjet si spende meno per un Paris-Milano che un a/r su Rovereto...Così mi viene in mente chi ,tra coloro i quali conosco, farebbe una cosa simile: il mio capo-quando parla di Simona è evidente che è tuttora pazzo di lei, Franco-amico dei miei che si dedica a Maria Pia come se fosse la sua fidanzatina del liceo, Chris-che regala con interflora bouquet per il compleanno della sua amata...a 20, 40 o 50 anni, poco importa...perchè l'amore non è la meta, ma il viaggio. e la fuga a due è talvolta una salvifica ri(e)voluzione- in un ambiente diverso dal quotidiano- del sè nell'altro.

PS: ho sentito da qualche parte che sia Belen che la Canalis sono della Vergine (non ho seguito il festival nemmeno per un istante, se non l'ouverture e il monologo di Benigni, che come al solito lascia senza parole)...insomma, che porti di buon auspicio anche a me??

venerdì 18 febbraio 2011

ci sono giorni

che hai solo voglia di prendere una mazza e spaccare tutto, ci sono giorni che per fortuna che ci sono i rage against the machine che ti fanno compagnia mentre corri, ci sono giorni che non ami nemmeno i tuoi migliori amici, ci sono giorni che accendi una candela in una chiesa in mezzo al traffico per fermarti un attimo e capire che "sei qui e ora" e tutto il resto chi se ne fotte, ci sono giorni che ti senti fragile come una di quelle scatole marroni che contengono cristalleria, ci sono giorni che hai voglia di abbandonare tutto e tutti e di fidarti solo di te e della tua voglia di ristrutturare quella casa in montagna che è appartenuta da secoli alla tua famiglia e starci dentro e non uscire per giorni, con un calice di vino rosso sul bordo di una di quelle vasche fumanti di una volta, i capelli raccolti disordinatamente, solo una penna in mano, ci sono giorni che ti senti una saggezza che nemmen tua madre, ci sono giorni che vorresti sposare la persona che hai vicino e conoscere ogni suo pensiero, stare bene solo annusandola e guardandola, ci sono giorni che vorresti solo un pò di comprensione, ci sono giorni che ti senti al top anche solo sulle tue due ruote perchè ti scontri, per caso, in una piazza nuova che non avevi mai visto, ci sono giorni che basta ascoltare Roberto B. per capire che in fondo le tue frustrazioni sono quelle di tutti, ci sono giorni che il tuo cuore è così carico che hai solo voglia di dare gratuitamente, ci sono giorni che non ti va di ascoltare, ci sono giorni che pensi di essere l'unica ad aver voglia di fare qualcosa per bene, ci sono giorni che ti guardi dentro e ti senti una vincente.
http://www.youtube.com/watch?v=gsN3nptiz3M

mercoledì 16 febbraio 2011

senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita diventa routine

“Non pretendiamo che le cose cambino se agiamo sempre allo stesso modo. La crisi è la migliore benedizione che possa capitare alle persone, e ai Paesi, perchè la crisi porta con sé il progresso. La creatività nasce dall’angoscia, così come il Sole nasce dalla notte scura. Nei periodi di crisi si sviluppano l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi insuccessi e la sua povertà disprezza il suo talento e rispetta di più i problemi che le soluzioni. La crisi vera è la crisi dell’incompetenza. Il problema delle persone è la pigrizia nel trovare vie d’uscita e soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita diventa routine, una lenta agonia. Sono le crisi che fanno affiorare il meglio da ognuno di noi, perchè senza crisi “il vento è una carezza”. Parlare della crisi significa promuoverla, non parlarne durante una crisi significa esaltare il conformismo. Invece di fare questo lavoriamo duramente. Mettiamo fine all’unica crisi che è davvero una minaccia per tutti: la tragedia di non volere lottare per superarla !”

Albert Einstein

PS: mi pareva doveroso, in momenti come questi di crisi di ogni tipo, mettere in luce queste "sante parole" che un amico mi ha girato ieri...ok, non era un genio per niente, ma a volte anche un reminder così non è male (!)

giovedì 10 febbraio 2011

Peccato che non parlo cinese

In Cina, in vista del capodanno da poco terminato, i giovani rampolli single che devono rientrare a casa dai genitori per le feste e non hanno voglia di giustificare la mancanza di un/a partner fissa per costruirsi una famiglia, ingaggiano ragazze/i per una giornata (fee: 1.000 euro) per recitare la parte della fidanzata. Beh, direi un bel modo per arrotondare a fine mese: peccato che il mercato italiano non sia fiorente in tal senso sennò penso che sarei veramente portata per fare la fake fiancée!
A proposito di incertezza finanziaria dei trentenni, Il Sole 24 ORE di ieri fa un pezzo su Sara Tommasi. Sbuffo e mi dico: anche il Sole ormai pubblica la solita pizza: “le giovani provinciali alla ricerca della fortuna nella metropoli a ritmi di sgambettate televisive e calendari…il giornalista suggerisce che per “guarire” è meglio un ritorno ai campi, che un psicologo pagato da Silvio B.” Bah. Apro Vanity Fair, Jovanotti dice che nella vita c’è solo una distinzione che conta: quella tra i tarchiati (caterpillar, forti che guardano il mondo dal basso, con il punto di vista dei carrarmati) e i lungagnoni (coloro i quali fanno lontani e veloci). Si si, Lorenzo hai capito tutto (…). A RDS hanno detto che Max Pezzali rinnega i testi delle sue canzoni (“Chiuditi nel cesso - lì vedrai nessuno ti toccherà - però fallo adesso - sennò l'uomo nero ti prenderà”) e incita le nuove leve a scrivere testi più engagé.
Nel frattempo mi hanno tolto la targa della macchina- magari per una rapina nel Nord-Est-, ho preso una multa per il pass di zona scaduto, ho comperato una chiavetta internet peccato che non si possa installare perché il PC è delle vecchia azienda dove lavoravo e l’”amministratore del sistema”ha messo il blocco a tutte le installazioni. Allora mi dico: per fortuna che ieri sera avevo la pancia piena di tagliatelle alle castagne e vino rosso cucinate con amore dalla mia amichetta e prima di lanciarmi nel letto con le lenzuola candide, mi sono venuti in mente tutti i miei sogni che profumano di basilico e allora anche Milano era lontana anni luce, e la fase rem è partita in un click.

lunedì 7 febbraio 2011

Perché, in silenzio, te l’avevo promesso

Francesca oggi mi scrive che sono estroversa, che so adattare la mia personalità ad ogni situazione, in grado di instaurare un rapporto con chiunque, senza avere un secondo fine, ma solo per la mia gentilezza e generosità d'animo. Bah.
In realtà spesso mi accusano di essere anche violenta. Troppo diretta. Forte. Cinica. Isterica. Impaziente. Di avere un lato maschile preponderante, che non va bene per una fanciulla moderna.
Oggi ho letto su un giornale di finanza che è proprio in momenti di difficoltà che si stimola una reazione. Il manager intervistato diceva che la crisi ha permesso agli agenti di valore di comare il gap che si era aperto sulle polizze index linked, raddoppiando i valori dei piani di risparmio e di protezione, operando così un cambiamento che si temeva irrealizzabile per la Società di Assicurazioni in così poco tempo, grazie alla sola sensibilità e attenzione nuova rivolta ai prodotti la cui potenzialità non era stata prima pienamente compresa.
beh, questa non sarà la scoperta dell’acqua calda ma certo non posso evitare di immedesimarmi nella cosa. A volte mi sento una bomba a orologeria: incasso, ascolto, immagino, subisco, raccolgo immagini e storie di vita quotidiana, immagazzino espressioni e ritaglio gli odori. Mi vedo senza via d’uscita. Poi capisco che mi devo fermare, perché a forza di iniettare nella pelle le stronzate che spesso si sentono e auto-convincermi di certezze inconcludenti, il mio corpo e la mia mente reagiscono. Ecco quindi che devo fare repulisti. mi reinvento, mi faccio scollare di dosso le reazioni degli altri e inizio ad analizzare il tutto con maggiore trasparenza.
E, come d’incanto, tutto è più chiaro, la soluzione emerge senza nemmen rendersene conto. Gli altri, con le loro debolezze e paure, spariscono. Tu ne esci rinvigorita. ti vesti di nuovo, perché capisci le tue potenzialità nascoste, e abbracci i tuoi desideri.
insomma ti piaci anche perché cinica e isterica.
E per me questo funziona anche perché, in silenzio, te l’avevo promesso.

lunedì 31 gennaio 2011

mi sono accorta che mia madre assomiglia terribilmente a Ines de la Fressange

Ossia quello che i miei genitori mi hanno insegnato senza nemmeno saperlo…

…a stringere i denti anche quando stai male e hai voglia di mollare tutto
…a mordere la vita e impegnarsi più che si può per ottenere quello che si vuole
…a essere educata sempre
…a non mescolare i piani: non può andare tutto male, sempre
…a non mentire perché non serve a nulla
…a viaggiare più che si può, perché il viaggio è il contatto con la parte primordiale del sé
…a godere del cibo che si assapora (immaginateveli ora quelli, a dieta…ah ah!che fatica…)
…a godere delle piccole cose: come, ad esempio, stare col muso incollati alla finestra quando nevica, pettinare la Jessica quando era una bimba, portare il cane a fare un giretto…
…a tenersi stretti gli amici più preziosi
…a fare sport perché ti scarica e ti rinvigorisce (anche se, povero papà, mi spiace per l’aspetto competitivo: non ce la posso fà!)
…a non farsi mai addomesticare da nessuno: tu vali perché sei quello che sei
…a trovare un lato positivo anche quando non hai che voglia di scannarti col primo che passa

Certo, a casa mia si è sempre sbraitato, diciamo che non siamo dei gran perfettini, ma piuttosto dei buzzurri di prima classe (!)- e per questo non ho una vena molto sensibile perché si è sempre teso alla “guerra” e all’atteggiamento “ti dico in faccia quello che voglio/sento”. Non mi hanno insegnato a suonare il violoncello, né ad apprezzare il romanticismo tedesco. Non mi hanno mai portato ad una mostra, né mi hanno parlato in inglese o russo. A casa mia si andava di gran dialetto! Non mi hanno insegnato la differenza tra un merlot e un cabernet. Non mi hanno mai trattata da bimba o da adolescente. Mi hanno sempre vista adulta, sin da ragazzina.
Troppe responsabilità e troppe proiezioni. Come tutti però.
Ora- sarà che ieri ho “conosciuto” Lea, che di giorni ne compie 16, che mi sono chiesta che genitore sarò. Ho sempre pensato che volevo essere tutt’altro rispetto a quello che mi hanno inculcato. Ho sempre pensato che i miei figli dovevano crescere “nudi” nel senso senza troppi preconcetti e prospettive di diventare “così e cosà”. di lasciar sviluppare al massimo le loro potenzialità, senza intervenire con prepotenza.
Ma oggi mi sono chiesta: davvero i miei genitori sono stati così severi e tradizionalisti e impostati e contadini e retrogradi e ignoranti? Macchè, in realtà, nel loro menage, che ai più può sembrare assurdo, (come fa un berlusconiano doc e fiero di esserlo a stare con una ex-sessantottina sindacalista sognatrice?) hanno saputo esplorare e inventare un mondo tutto loro, così diverso da quello che hanno ereditato e così finto rispetto a quello che sono davvero, ma mai e poi mai avrei voluto fossero stati diversi.
Perché, quando un giorno avrò la grazia di stringere un figlio tutto mio tra le mie braccia, già profumerà di loro. Che ridere!

perchè Venezia val bene un week end...


Carciofi violetti, marmellate di rose, erbette, cozze e granchi. Sono i frutti degli orti salati delle piccole isole veneziane, nascosti tra vigne murate e chiostri di antichi monasteri. Ecco dove gustare il meglio dei sapori di queste terre salmastre in continua lotta con le maree...
http://www.viaggi24.ilsole24ore.com/WeekEnd/Enogastronomia/2010/10/laguna-venezia-orti.php

because she is...

sexy & gorgeous & subversive & hot & tired & wavering & stubborn & shiftless, that's way I love Kate...

giovedì 27 gennaio 2011

Live slowly

Ovviamente una giornata storta ne nasconde un’altra di gran qualità: alle 8 in punto mi citofona il nonnino de “La Sanitaria” con un siringone in mano anti-scarafaggi. Beh, ragazzi, di una gentilezza inaudita. Direte: “logico, lo paghi”. Direi: oggigiorno non è poi così scontato…
Ricevo un messaggio di buongiorno da Gabriele. Già mi manca, anche se me lo sono abbracciato tutto meno di 24 ore fa…
dopodiché volo alla Max & Co di Corso Genova a farmi aggiustare la zip del nuovo giubbotto (non acquistato in quell’esercizio, ma mento biecamente perché non ne posso più di fare acquisiti di indumenti che si rompono l’indomani) e mi stendono i tappeti rossi, garantendomi che entro martedì sarà fatto.
Mi dirigo più tardi a San Vittore e trovo una sorpresa. Angelo e Patrizia mi spiegano (oltre a tutta la spataffiata sulla medicina penitenziaria, oggetto del mio prossimo evento, che mi ha aperto un nuovo mondo, ai più sconosciuto) che il successo nella vita è ritornare al passato. Godere delle relazioni in modo antico, autentico – conoscere i vicini di casa, comperare il latte sottocasa e farsi regalare un sorriso dal panettiere, vedere i colleghi non solo come arredamento dell’ufficio, ma come amici etc- per sentirsi parte integrante di un mondo che sì, corre a 100 all’ora, ma che sa anche fermarsi e interrogarsi per chiedersi “dove sto andando? Che cosa voglio davvero? Sono di aiuto a qualcuno?”. Mi ricordano che un tempo c’era una rete fatta di relazioni (la comare, la zia, la cugina….) che ci sostenevano nel quotidiano. Un esempio per tutti: una donna spesso e volentieri 50 anni fa veniva menata dal marito. Affranta però andava dalla vicina di casa, piangeva, si sfogava, e quest’ultima la confortava dicendo: ”non ti preoccupare, dai, tuo marito è un brav’uomo”. La donna rientrava a casa, si riallacciava il grembiule e preparava una torta di mele per il marito. Questo non significa ovviamente giustificare la violenza, bensì come a volte basta poco per stare meglio, l’ascolto e l’essere ascoltati fanno spesso molto e ci evitano di finire nella trappola dell’ansia e della solitudine che è, aihmè, cara a molti di noi. lavorare con i detenuti (a livello clinico, ma non solo) è davvero molto impegnativo, ma forse fa bene al cuore.
Più tardi rientro in ufficio e apro le mail. mi scrive la mia amica Josi, la mia prima coinquilina a Milano, che non sento da anni. Dice che ieri ha compiuto 30 anni e ha riflettuto- in un momento di resoconto- sulle persone care della sua vita e pensato che io ero tra di loro, e che quindi avrebbe piacere di vedermi sabato per un messicano con marito e marmocchi. Ho le lacrime agli occhi.
Vado a pranzo dalla Wanda che è malata. Il mio palato ne è deliziato. Quella mi cucina anche se ha 38 di febbre…
Un’ora fa mi chiama un mio contatto dell’Ospedale San Matteo di Pavia per farmi i complimenti per il programma del convegno di Roma di aprile; “ottimo lavoro” mi dice.
Antonello mi scrive e mi invita con Zizzo per una pasta al pesto di pistacchio di bronte cucinata con speck. Ricetta del suo macellaio messinese. Già mi lecco le dita.
Cosa posso volere di più?

mercoledì 26 gennaio 2011

Il tiramisù nel naviglio

Oh che bella giornatina…la sveglia è suonata un’ora dopo, in 16 minuti mi sono vestita, truccata e “colazionata”.. Preso la borsa per la piscina, sbattuto la “schiscetta”nello zaino. Un cerchio alla testa, “saranno state le lacrime di ieri sera” mi dico. Per fortuna il mio mezzo per l’ufficio è la Graziella, che amo come una sorella. Posiziono nel cestino della bici il mio tiramisù fatto alle 23 di ieri sera per non pensare- fa parte del mio planning "preparo il cibo con dedizione e lo condivido con le persone che amo”- che finisce tutto colato, a forza di subire buche col pavè, nel sacchetto di plastica che lo contiene. Ok, lo prendo e lo getto in un bidone, non posso presentare una cosa così ai miei super-colleghi. Mi chiama mia madre: ”devi chiamare un’impresa che ti sistemi quell’intonaco che scende dal muro in cucina, veloce, non si può stare in una casa in quelle condizioni”. Ok, per oggi ho dato: aspetto con gioia il pomeriggio- che sono certa compenserà le prime ore di questa giornatina niente male! - per fortuna il sole splende su Milano.

martedì 18 gennaio 2011

Davvero divino

Davvero divino uscire a pausa pranzo e vedere facce sconvolte incravattate dentro giacconi in saldo, modelli sedicenni ucraini anoressici e pallidi che escono dai casting con i libri di chimica sotto il braccio- “perché la moda è un ottimo income per gli studenti”, bofonchiano tra di loro non molto convinti- addetti postali che sbuffano e baristi delle latterie che corrono assatanati col motorino contromano per le consegne. Il mio i-Pod, che intona:“puoi vuoi e meno avrai”, mi fa venir voglia di mettermi una vecchia tuta e girare di corsa per il quartiere col sorrisetto sornione. E di convincermi che tutto è sotto controllo. Tutto ha una spiegazione. Anche quell’aria così distratta e disillusa della gente scettica e perennemente insoddisfatta.
Ma svegliatevi! Tic tac, la vita è un soffio. Non fatevela sfuggire. Reagite e migliorate(vi). Basta poco.
Ve lo posso giurare.

venerdì 14 gennaio 2011

Friday Morning

invia/ricevi. Il mio amichetto conterraneo Davide che ora vive ad Istanbul stamattina mi ha sorpreso con una mail molto bella sul senso dell’amore (nello specifico delle relazioni). Alla mia ennesima lamentela sulla mia incapacità di sopportare “l’altro”, il mio super-amico è sbottato con un bel predicozzo che mi ha sistemato per bene. E ha ragione.
Marco, il mio collega toscano, mi ha chiesto come sto, dopo una giornata orribile. Si, ieri ero a pezzi e lui l’ha percepito. Grazie…l’empatia non la si trova di certo al bancone del pesce.
Laura invece mi spiega di come il suo corso di shiatsu le abbia insegnato che la curva sotto il piede riflette lo stato della schiena. Ne è entusiasta.
Alessia col suo sorriso aperto color mediterraneo, lega la bici assieme a me e mi chiede dolcemente come ho passato le vacanze. Fare la mamma addolcisce.
La Vale mi dice che è tempo di rinnovare.
Andrea mi insegna a non farmi frenare e a vivere.
Gabriele mi sveglia e mi prepara il caffè e mi stringe a sé. Quella paura che a volte mi attanaglia sparisce tra le sue braccia possenti. E mi protegge da tutto quello che non va. Vorrei restarmene lì così. chiusa a doppia mandata dentro casa sua. Perché lui sa.

domenica 9 gennaio 2011

30 years in 2011

C’è chi dopo 7 anni non sente la necessità di convivere. C’è chi si sposa senza preavviso, prendendo due testimoni per caso al bar, c’è chi si innamora sempre degli stronzi, chi ha rinunciato a cercare l’anima gemella, chi persiste a cercare (invano), chi si ostina a pensare che sia sempre quello giusto (che poi, sistematicamente, si rivela non esserlo). Chi fa un figlio dopo pochi giorni che conosce il proprio partner.

Insomma questi ultimi giorni non ho fatto altro che ascoltare storie sentimentali di amiche trentenni , tormentate, belle, incomprese, fresche, passionali, refrattarie, ciniche. Spesso mi chiedo cosa ci muove a continuare a credere nell’amore. Spesso mi chiedo se amavo di più a 16 anni (ah, l’amour fou) o ora, in modo maturo e a volte così orribilmente consapevole e tristemente mediato. Vedo in giro gente confusa, orde di persone consapevoli di sbagliare ma cocciute persistono, immagino le persone che, affrettate e sole, camminano sui marciapiedi intasati delle città e la famiglia di mio padre, quando da piccola, stavo ore davanti alla stufa ad ascoltare vicissitudini mirabolanti, almeno venti parenti e amici che si ruotavano in quel salotto/cucina stretto e lungo. A volte mi domando perché questa fame di adrenalina, perché questa fame ingiustificabile di emozioni, perché questa necessità di condivisione, perché questa insoddisfazione generalizzata (quante volte ho sentito in questo periodo “ho voglia di reinventarmi professionalmente, ho voglia di fuggire all’estero, ho voglia di sposarmi anche se sto bene così”). Insomma cosa vogliamo di più? Cosa cerchiamo negli altri? Perché non siamo capaci di stare bene da soli e siamo inappagati in coppia? Perché siamo così deboli e indifesi quando finisce un amore? Perché abbiamo così tanta paura quando capiamo che una storia importante sta per nascere? Perché non siamo capaci di lasciare i freni? Perché non ci fidiamo mai degli altri? Perché siamo così egoisticamente assenti e irrispettosi o stupidamente possessivi o scioccamente pensiamo che debba essere l’altro a regalarci la felicità?

Beh, è comunque decisamente più interessante ascoltare le perplessità e le aspirazioni amorose delle mie amichette che discutere se è meglio vivere a Milano o a Roma…

http://www.youtube.com/watch?v=IKKH35QrWnc

giovedì 6 gennaio 2011

surfing into the new year

Hello World!

Come va? Beh, io niente male…devo ammettere che, dopo “maggnate” infinite, capodanno a Roma, sciate e risate con gli amici di sempre, non vedo l’ora di tornare al teporino della mia casetta milanese, è ora di finire questa full immersion nell’”aria buona”. Ho voglia di riprendere i miei ritmi, i miei spazi, la mia bici, le bevute con le amiche, sognare ad occhi aperti mentre corro sul Naviglio, insomma, riprendere in mano la Mia Vita e non fare semplicemente parte della vita altrui. Questo non prima di una 48 ore di chiusura dei rubinetti, dagli affetti, da facebook, cellulare, pc etc etc con gita in the middle of nowhere che mi rigenererà da un po’ di malcontento delle ultime ore.

Eccomi però ora a congelare su carta il mio decalogo del 2011, perché come inizio anno che si rispetti, si hanno un sacco di aspettative…

- Andare in India on-the-road

- Ascoltare il silenzio

- Ripredere in maniera regolare la fit-boxe, schiena permettendo

- Diminuire l’alcol

- Sapermi fidare di chi mi sta affianco

- Sperimentare di più in cucina

- Comperarmi un casco nuovo per lo sci (già visto coi punti dell’Esselunga!)

- Fare una festa anni ‘80 [Let’s go to the Factory] con 50 persone a casa mia – per 50 metri

- Amare sempre più intensamente. Amare fa stare bene

- Drogarmi di mostre

Ovviamente ascoltando i segreti che mi suggerisce l’istinto. Vi adoro.

http://www.youtube.com/watch?v=EPHUZenprKc