lunedì 11 luglio 2011

La vecchia di fronte a me

La vecchia di fronte a me, in treno, è odiosa. non mi sono mai fidata delle persone dalle labbra eccessivamente sottili. è come se trattenessero, troppo a lungo, troppe parole e troppe emozioni. Rimanessero lì, stantie, chiuse tra due fili rossi.
Le cose che mi mancherebbero troppo di Milano qualora decidessi di lasciarla (e sarà così, un giorno, d'improvviso, senza premeditare e senza rimpianti):
- la Stazione Centrale che mi accoglie timidamente nella nebbia di febbraio e soffocante nei mesi estivi
- la mia bici sui Navigli: cercare di indovinare, pedalando, gli stati d'animo altrui, vedere i ragazzini baciarsi e i baristi che preparano le colazioni con una rapidità meccanica e certosina
- il ponte di Porta Genova. è verde e la giornata acquisisce un altro gusto dopo averlo oltrepassato. come un mantra, ne esci rinvigorito.
Spesso ho avuto la sensazione di essere di passaggio in questa città, spesso ho confessato a me stessa che solo qui potrei vivere - è una droga. spesso la sento in pugno e allora gioisco. ogni tanto scappo e chiudo la porta a chiave, sbattendo la porta.
Stazionde di Treviglio. La vecchia è scesa, per fortuna. un ragazzo decisamente più giovane di me mi osserva incuriosito dal marciapiede del binario. vorrebbe sorridermi ma è timido e perplesso.
Quante cose rimangono silenziose. quante cose emergono purtroppo nella peggiore delle maniere. è vero che anche la forma è importante. cavolo se hai ragione!
Cosa mi è piaciuto di più di questo fine settimana:
- la scritta "a Paolo" proiettata sulla roccia: "Nomi on the Rock" non lo dimentica. E come potrebbe essere altrimenti?
- vedere la Franci finalmente serena
- aver portato con me Laura e aver condiviso con lei le ultime 24 ore, dopo mesi così distanti
- aver ballato con le amiche di mia madre, solo cielo sopra di noi. una vera liberazione
- un ex che forse mi ha capita. e chissà, forse anche perdonata: ma non diciamolo ad alta voce!
Mancano ormai pochi chilometri a casa. E lui mi aspetta. E io non vedo l'ora di spalancare le braccia e perdermi nelle sue tracce. La sua colonna vertebrale così dritta, le sue spalle larghe e accoglienti e la sua voce mai troppo alta sono lì, pronte a prendersi cura di me e a estasiarmi per l'ennesima volta e a farmi capire che sono perfetta, così.

2 commenti:

  1. "La sua colonna vertebrale così dritta" ..é vero amore :D
    certo che non esserci incontrati in una metropoli come Nomi ce ne vuole

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  2. ah ah ah!che ridere, davvero! io ero li sabato,magari tu eri alla festa un'altra serata;(
    un abbraccio, Marti

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