venerdì 20 maggio 2011

A come

Amore e capitalismo Leggo: “Che cos'è l'amore? L'amore è come il capitalismo: la scelta del partner riflette il meccanismo di ricerca e selezione di qualsiasi altro bene di consumo, che si vede condizionato dai desideri e dalle capacità di ciascuno di noi: se sono bruttina, non potrò mai adescare un calciatore di Serie A, tranne il caso in cui sia particolarmente ricca, magari dirigendo la squadra in cui il mio obiettivo sta giocando. Ovviamente non si parla di soldi, ma solo della capacità del partner di soddisfare le proprie esigenze: se si amano le scarpe da 400 euro al paio, si cercherà sempre un partner ricco; se si ama ascoltare, si cercherà un partner logorroico, magari che faccia radio; se si ama il potere, si cercherà un partner politico (o mafioso). “
Ma smettila!

Amore e amici Leggo: “gli amici di George giurano che Mr.Nespresso vuole lasciare la Canalis perché sempre nervosa e poco sicura di sé in pubblico. “
Mi domando: ora gli amici dettano le linee guida per una possibile rottura? Bah.

Amore e matrimonio
Leggo: “Maria Dossetti, che a lungo ha insegnato Diritto di famiglia all’Università Bicocca di Milano ed è autrice di diversi libri sul tema, segue questo filone di pensiero. “Penso che la ragione di fondo del calo dei matrimoni risieda nella cultura di questi ultimi 10-15 anni centrata sul benessere personale – dice la docente -. Oggi è molto di moda lo “stare bene” personale. In una cultura come questa, un atto come il matrimonio che costringe a confrontarsi e ad assumere obblighi nei confronti di altri, spaventa perché mette a rischio il proprio essere e il proprio benessere. “Il matrimonio – aggiunge Paolo Moneta, docente di Diritto canonico all’Università di Pisa – è una scelta personalissima che, al tempo stesso, mette in una rete sociale e familiare che serve da paracadute e dà solidità della relazione. Ma nel momento in cui questa dimensione comunitaria viene meno, anche la relazione personale si indebolisce”.
Che confusione di massa…

Amore e altri disastri
In questi giorni sto assistendo a una fuga generalizzata di molti uomini/donne trentenni che mollano (o sono mollati) i neo o vecchi fidanzatini del caso. I motivi sono tanti e diversi tra loro. Ognuno di loro mi illustra le proprie tesi e cerca il confronto con me sul “perché” e il “come” hanno lasciato o sono stati scaricati. Spesso si sentono le stesse lamentele e le stesse opinioni. Ormai mi pare di navigare in un fritto misto inconsistente di “se”, “ma”, “avrei dovuto”, “che vada a cagare quella stronza”. Cerco a mente fredda di ragionare e dare loro dei consigli che possano aiutarli a superare il momento. Ma non ne vengo fuori, giuro. Non trovo né regole, né dettami da seguire.
Così decido che questo week end sarà dedicato, egoisticamente come dettano i tempi moderni (!), a quello che mi fa stare bene: andrò alla mia sessione yogica domattina e poi ad una mostra che mi ispira e farò un po’ di shopping con mia madre che mi viene a trovare prima di ripartire di nuovo, ma non mi priverò nemmeno di una passeggiata con gelato e discussioni amletiche col mio avvenente compagno. Il tutto condito da uno sano spirito zen. Perché come direbbe qualcuno: “karma is a bitch” e io aggiungerei bisogna godersela, fin che si può!

5 commenti:

  1. Goditela cherie!

    Quando leggo i tuoi pensieri a volte mi ritrovo nelle tue ansie, nei tuoi punti interrogativi..
    io ultimamente ho perso invece la capacità di essere "leggera", in senso buono,non intendo stupida, ma solo di non arrabbiarmi per ogni virgola.. mi dimentico quanto è bello "giocare" con gli altri.
    Un tempo non ero così. Gli eventi mi hanno indurito il sangue, ma ora è tempo di respirare, nonostante TUTTO.
    Grazie per i tuoi post:mi danno sempre modo di aprire delle parentesi..

    Grazie ancora e a presto!
    A volte per lavoro capito a Milano. Chissà che una volta non ci si conosce.
    Ciao bionda!

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  2. a dire il vero anche questo blog è per me un esercizio perchè mi sforza ad essere più leggera...cosa che in realtà mi costa una gran fatica dal momento in cui per natura sono cervellotica, ma dà ottimi risultati.

    beh,inutile dirlo che più si cresce più si diventa ansiogeni e demotivati se le cose non seguono quello che ci immaginavamo noi..ma a volte credo sia necessario come costringersi ad essere più "freschi e sciocchini", perchè sennò, davvero, è la fine (!)

    io sono qui, quindi non sto a ribadire quanto mi farebbe piacere incontrarti per un thé (prima che l'estate esploda...sennò si passa al gelato!)

    un abbraccio
    PS: questa è la mia mail se mi vuoi contattare: martinafrancesconi@hotmail.it

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  3. Secondo me il problema è che leggi troppo!

    Scherzi a parte, per quello che sento io, la vita è facile quando si riesce a gioirne e a viverla in serenità!
    Non è proprio leggerezza.
    È più "voglia di qualcosa di buono" direbbe la signora in giallo ad Ambrogio.
    Si tratta di avere un pizzico di fatalismo e di fiducia.
    Forse dico così perché mi è sempre andato tutto bene nella vita.
    O forse mi è andato tutto bene perché dico così, chissà!

    So solo che quando ero piccolo, a Messa, ho sentito una canzone che diceva "e imparerò a guardare tutto il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino" ed è diventato un po' la mia filosofia di vita: per vivere bene bisogna restare sempre un po' bambini.

    quindi, cerca di DECRESCERE un po'!

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  4. mah, a dire il vero non sto leggendo tanto in questo perido,prediligo scrivere...certo essere sempre alla ricerca di qualcosa non è che ti porti da qualche parte...e poi tu sei 1 pò agevolato...di la verità che i giochi con la tua piccina, la sera, nonostante la stanchezza, ti fanno troppo addolcire la vita!
    un abbraccio, M

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  5. vero vero vero!
    è irresistibile!!!!

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