venerdì 19 marzo 2010

chiamale se vuoi...tentazioni da incipit

ci si stufa subito di molte cose, si sbuffa, si inorridisce per le banalità, ci si crede onnipotenti, si scappa, si abbaia e ci si scorna, si piange e ci si lamenta.
menu take away emergenza noir: smettila immediatamente di piangerti addosso, mettiti qualcosa di rosso, pettinati con cura, guardati allo specchio e pensa "sono davvero un pezzo di gnocca", prendi una fottuta bici sgangherata e cavalca le strade, non ascoltare gli altri - ammiccando, prendi le tue energie e riponile in un cassetto della felicità, da aprire ogni volta che ne hai bisogno.
mi cullo nella potenza dell’Arte, che non può soppiantare l’amore, come dice la mitica Marina A.[http://www.moma.org/visit/calendar/exhibitions/965], ma può aiutare a sopportare il dolore.
credo negli intrecci, negli stregoni e nelle stelle, nella naivité, quest'ultima ormai così poco presente nell'essere umano, ma così deliziosamente disarmante e perfetta.
immagino un posto tutto mio, quella luce accecante che toglie il fiato, mi nascondo tra i girasoli, tutto tace, tranne il vento che scompiglia i miei capelli già arruffati. un abito panna. i rombi delle marmitte di Milano sono ormai un ricordo. come la noia e l'autocommiserazione. il potere dell'immaginazione supera tutti gli ostacoli.
il potere della consapevolezza ci abbraccia solo quando lo decidiamo noi. non c'è nulla di più vitalizzante di quella spinta all'abbandono.

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