giovedì 22 aprile 2010

Un gelato in Piazza del Popolo, è il momento della Verità

Con il naso all’insù, l’Albertone nazionale sullo sfondo dei palazzi, tutti sembrano essere ritornati bambini, almeno per un istante. Ilan direbbe “that’s the meaning of life”. Ed è vero, perché ormai così raramente rimaniamo incantati, così disarmati di fronte a ciò che non è spettacolarizzazione. Questa sera ho respirato a pieni polmoni una città dai sapori antichi e genuini, un groviglio di baci al pistacchio, un cinema a cielo aperto in bianco e nero, una coesione di slanci verso la Verità.
Un calore inaspettato è esploso d’improvviso, una tensione alla Ricerca, un impulso al miglioramento, un puro godimento all’Osservazione di ciò che mi circondava.
Un interscambio sistematico atipico di suggestioni poco nitide ma altrettanto potenti. Da tempo non subivo un fascino così pieno. Sentivo che era ingiallito, soffocato sotto la polvere, questo sublime desiderio di commozione. Anzi, addirittura pensavo fosse sepolto: macché! In realtà l’uomo, perché essere socievole, ha un costantemente bisogno di connessione e di partecipazione e non gli resta che gettare in mare le reticenze e i paradossi, per spogliarsi del fardello della routine e immedesimarsi in un ruolo tutto suo. Grazie notte romana!

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