lunedì 13 febbraio 2012

Ode al calzolaio di Via Meda

Oggi mi confessano che pare quasi che il mio lato montanaro sia scomparso dal mio DNA. Che sembro una milanese DOC e che non è sopravvissuto più nulla della naivité e della timidezza tipica delle mie conterranee. Peccato che a dirlo sia uno che non mi ha mai visto né da insicura pre-adolescente né da guerriera diciottenne. Peccato (o per fortuna?) che abbia ormai passato oltre 1/3 della mia vita qui e che, volente o nolente, qualcosa nelle ossa di questa città mi sarà pur entrato.

Ci sono cose che questa città ti sa dare che apprezzi solo qui, forse perché è talmente brutta, che ti devi abituare a farti piacere anche le cose più insensate. Per esempio, oggi ho costatato che io amo il mio calzolaio di fiducia. Entro e mi scuso perché avevo dimenticato lì le mie scarpe da 3 settimane e lui dice di conservarle almeno per un anno. L’ho trovato romantico. Insomma tutta un’altra storia rispetto a quei calzolai angusti in metrò dove all’ingresso trovi subito il cartello asettico: “Ritirare entro una settimana. Sennò buttare”. Mi ha fatto un sorriso che io ho trovato splendido nonostante abbia dei denti a dir poco indecenti e mi ha detto “a presto”. Vado lì da almeno 8 anni, in quel buco così disordinato ma pulito; da quando la madre- una sciura dotata di cofana argentata sempre in ghingheri- mi ha accolta dalla prima volta, non li ho più abbandonati. Forse sarebbe carino concedere più spazio agli ortofrutta di quartiere, ai panifici che ti invogliano coi loro profumi sin dalla strada, ai macellai che ti vedono certe prelibatezze…potrebbe essere un nuovo metodo “detox” post-ufficio per sgombrare un po’ la testa da mille menate e prendere contatto con la realtà.

Entro al super e compero la latte di soia. Per la seconda volta nella mia vita. Ma non mi piace e sto 5 minuti in panico per cercare di capire quale scegliere…è che tutti mi stanno stressando per convincermi che sono intollerante al latte visto i miei ripetuti mal di testa…intanto proviamoci ad eliminarlo; certo è che non lo digerisco proprio bene..non era che chi ha problemi con il latte, ha un rapporto pessimo con la madre? In ogni caso credo non riuscirò mai ad abitamici, a questi surrogati intendo. Ecco lì mi sale la nostalgia di casa. E di quel latte che sa di burro. Allora, mentre cammino verso casa nel traffico della circonvallazione, mi dico: “sai che c’è? Forse è l’ora di provare skype con la lory e il giovanni (ossia i miei)”. Che ridere, vederli in cucina con i loro pile rossi mi hanno fatto tenerezza. Mi sembravano, per la prima volta, proprio due vecchini che hanno nostalgia della loro figliola. Anche se non lo ammetterebbero mai!

Concludo la soirée sentendo quella pazza di Caro in Costa Rica, non ho sue news da un bel bel po’. mi manda un link della canzone della Whitney e discutiamo sulla gelosia, sulla dipendenza verso gli altri ma anche sulla voracità con la quale oggi si consumano le cose e le persone e concordiamo su quanto ci mancano quei momenti da cretine quando cantavamo: “I will always love you”, quando tutto ci sembrava così estremo e unico e incontrollabile. Beati amori puerili, beata rincoglionaggine di quella ragazzina trentina dagli occhi smeraldo. Spengo il PC con una domanda in testa: “quando uscirà in Italia il film “l’amore dura 3 anni” di beigbeder? Devo andare a controllare domani”. boh, in realtà magari non avrò nemmen voglia di andare a vederlo. Troppe domande nuocciono gravemente alla salute!

3 commenti:

  1. Ti rileggo oggi e mi piace di piú..feliz día (come dialetto trentino)! E ti dico questo non perché sia il giorno di V day ma sennò perché tutti i giorni sono giorni giusti per ricordare te, mia sorella. chapeau alla scrittora top del mio cuore

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  2. Quante domande honey....trovato il motivo del tuo mal di testa!!!
    PS: MF si legge sempre con gran dedizione.
    dv

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  3. @ Caro: prendi un cavolo di volo e raggiungimi!
    @ W il Wetto - spero tu stia bene!

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