mercoledì 12 maggio 2010

Corro disperata verso il metrò

Sono in ritardo ad un appuntamento. Come al solito. Corro disperata verso il metrò e un gruppo di ragazzotti di una scuola superiore vicino a casa mia appena sbarcati dalla gita a Roma mi chiedono se voglio un passaggio sotto il loro ombrello. Sarà il tacco 12, credo. Considerato che il mio capo dice che si smette di essere fighe quando anche i muratori evitano di fischiarti dietro, allora penso di aver fatto bingo stasera, con i sedicenni!
a.a.a.principe azzurro astenersi, per ora.
Ah dimenticavo. ho imparato una lezione: oggi parlavo con un’amica di quanto possa essere controproducente spiare il/la compagno/a, ma non riuscivo a darle una spiegazione plausibile. È che Proprio non appartiene alla mia natura. Ho sempre pensato fosse una questione di etica e di rispetto. In realtà – l’ultima trovata prima di spegnere la luce e addomesticarmi sul letto, che bello il ticchettio della pioggia sui vetri- penso si tratti già dell’inizio della fine, non tanto per l’istintuale necessità di avere conferme (tanto quelle arrivano lo stesso, anche senza cercarle), quanto piuttosto per quel meccanismo perverso che alimenta un flusso negativo che anche l’altra persona percepisce, creando uno stato dell’arte quasi peggiore del (potenziale) tradimento stesso.
Mah…

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