martedì 11 maggio 2010

A matter of beauty

Un giorno – ero ancora un’adolescente- un’amica di mia madre mi disse: “Martina, purtroppo, tu non riesci a schiodarti di dosso la forte valenza che per te rappresenta tutto ciò che è bello. Sei cresciuta con una madre esteta, che ama coltivare giardini zen, a dieci anni già ti perdevi nei musei, rimanevi inebetita di fronte alla Nike di Samotracia e seguivi le creazioni dei grandi couturier." Insomma ero una curiosa. Ho conosciuto una persona, tanto tempo fa, che ha fatto di me l’oggetto della sua arte e debbo ammettere che è senz’altro appagante e nutriente.
Ma da dove scaturisce questa passione per ciò che è esteticamente eccellente? Che cos’è l’estetica? Wikipedia dice che è la percezione mediata dal senso, l’aspetto della conoscenza che riguarda l’uso dei sensi. È quindi un’esperienza (…) che a mio avviso solo pochi sanno realmente cogliere ed apprezzare e che tramuta nel sublime quando diventa oggettiva. Bando alle ipocrisie: fare l’amore con una persona che ci attrae fisicamente, ci stimola e ci eccita profondamente, non possiamo negalo. Soprattutto oggigiorno – ma anche ai tempi che furono! – dove l’immagine sembra aver soppiantato una miriade di valori ormai corrotti e dove trionfa l’arida, infinita ricerca di nuovi e migliori ricette di vita. Modernità liquida...
Chiedendomi perché si vedono in giro sessantenni da baraccone alla ricerca dell’immutata bellezza, mi viene in mente una lettura fatta per un esame di antropologia e psicologia della moda. Leggo: “Flügel spiega che il bisogno di ornamento va attribuito al desiderio di rendere più evidente l’attrattiva sessuale, focalizzando l’attenzione sugli organi genitali. Mentre nei popoli primitivi è immediatamente riconoscibile questa funzione – tatuaggi e pittura del corpo erano situati spesso nella zona genitale – nei popoli civilizzati questo aspetto è mediato dalla moda. Ma lo scopo ultimo rimane il medesimo: attrarre il sesso opposto e ingelosire le rivali. Non solo l’origine della moda è l’attrattiva sessuale, ma molti capi stessi simboleggiano gli organi sessuali: la cravatta, il cappello, il colletto, il cappotto, i pantaloni sono simboli fallici, mentre la giarrettiera, la sciarpa, i gioielli sono simboli femminili.”
Penso ad Andrea Sperelli e a Dorian Gray, ah le mie letture liceali! E mi domando: amare tutto ciò che è esteticamente esaltante – e stiamo parlando di bello soggettivo- è segno di una costante tendenza alla conoscenza o uno sterile e inarrivabile appagamento della vista o dei sensi più in generale?

http://www.youtube.com/watch?v=okaWTEnU4j0

1 commento:

  1. "io sono di religione ebraica ma mi sono convertito al narcisimo" w.allen, scoop

    RispondiElimina