domenica 2 maggio 2010

Is passion really so dangerous? - “Cosa voglio di più”

Esco da poco dalla sala di “Cosa voglio di più” di Soldini. Non so ancora se mi è piaciuto o meno. So che il regista voleva ambientare questa storia in una Milano precaria e imbrigliata nelle difficoltà economiche quotidiane, dipingere un ritratto realistico di un amore tra due comuni mortali che non arrivano a fine mese, non un amore patinato o disperato. Sicuramente su questo punto non ha fallito.
Ma tralasciando il lato sociale, quello che mi ha colpito, è stata senza dubbio la sua capacità di descrivere una passione per nulla struggente o totalizzante, e solo in parte dolorosa.
Certo, i due protagonisti hanno vissuto con un’intensità molto forte la loro carnalità, il sesso pian piano si è trasformato in qualcosa oltre la ginnastica – Domenico e Anna si specchiano nel bagno del motel e lui le sussurra: “certo che siamo proprio belli assieme noi due”, lei complice sorride – fino a diventare una spasmodica ricerca di sguardi e intesa. Non è facile incontrasi, cercarsi e lasciarsi andare all’ombra dei reciproci compagni – bugie, attese, silenzi - ma la voglia di nutrirsi l’un l’altro va oltre le complicazioni e la ragione.
È bastato davvero poco per incrinare vecchi equilibri e aprire nuovi varchi mettendo in serio pericolo presente e futuro, solo che quando “vogliono di più” oltre alla tv la sera sul divano, i bimbi alla scuola di danza, i suoceri invadenti, le case ikea tutte uguali, si rendono conto che, è naturale scegliere la strada più facile, seppur restando nella lieve insoddisfazione, e percorrere sentieri prestabiliti. Senza isterismi né banalità. Senza rimpianti o struggimenti.
Dopotutto quanti di noi non hanno fatto così, almeno una volta nella nostra vita?

http://www.youtube.com/watch?v=jv9w9DEjQEA&feature=related

2 commenti:

  1. il desiderio di emozioni nuove e sconosciute vive in un attimo, sfuma poco dopo e quindi rinasce, a cavallo di un nuovo attimo..

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  2. desideri, emozioni, attimi, fuoco...non è per questo che viviamo, oltre alla Dea della Conoscenza?

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