martedì 5 ottobre 2010

Vado a vedere

Vado a vedere Sofia Coppola e credo di essere l’unica entusiasta ad uscire dalla sala. A distanza di giorni quel film mi piace ancora di più. Dopotutto la noia, l'incapacità di scrollarsela di dosso, la negligenza più snob, una certa vanitosa pigrizia, non è propria solo dei divi, ma appartiene anche a noi comuni mortali. La svolta sta nel reagire –attivare una reazione, insomma svegliarsi. Milano oggi diluvia, per uscire dall’Esselunga a momenti devo noleggiare una gondola per tornare a casa, ma col sorriso sulle labbra. Mi piace quando piove, l’atmosfera è più intima e rido sotto i baffi a vedere la gente che sbuffa con gli ombrelli in mano. Ballo da sola, brindo allo specchio, mi prendo in giro, annuisco a discorsi inutili e penso a tutt’altro (che bello è sognare ad occhi aperti? Sfoggiare un’aurea di interesse e fantasticare su mondi s(conosciuti)…Secondo me solo le persone con un po’amor proprio continuano a farlo anche in età adulta), penso ai miei amici di una vita e alla mia adolescenza, le corse in bici a perdifiato tra i vigneti di merlot, Giorgia che si scalda nel raccontare con entusiasmo i suoi progetti di vita, Stefania che sbuffa ma capisce, Davide che ti dà una pacca sulla spalla, Tiziano stende la coperta e racconta di note & distorsioni. Ricordatelo, non esistono quelli che hanno paura di dire “ti amo”: esistono quelli che non ti amano. Somewhere He’s searching for you.

http://www.youtube.com/watch?v=k_bQ0h85gY8

9 commenti:

  1. 'Ricordatelo, non esistono quelli che hanno paura di dire “ti amo”: esistono quelli che non ti amano.'
    Kierkegaard? ;)

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  2. 'Ricordatelo, non esistono quelli che hanno paura di dire “ti amo”: esistono quelli che non ti amano.'

    boh...forse c'è modo e modo di amare,quando qualcuno ha paura a dire "ti amo" può significare forse indecisione?...ovvero non ti amano...e comunque la soluzione è solo amare o non amare, questa è l'unica soluzione?

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  3. per mesi & anni della mia vita non ho mai avuto paura di dire "ti amo" a chi ho veramente amato. anzi: volevo lo sapessero anche i balconi, volevo urlarlo nei caffè chiassosi, insegnarlo a chi non ci riusciva...poi ho pensato che sì, si può essere incerti o comunque che non valesse molto la pena dare così tanto agli altri...che, come dici tu,chiunque tu sia, non era tutto una questione di "amare o non amare"...
    in realtà è vero, è una fottuta paura di mettersi in gioco, solo che quando vale la pena, lo capisci da te, che è bello investirci su quella persona che hai di fronte...e tutt'un tratto capisci che la ami. forse è più facile di quanto sembra;)

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  4. inizialmente la paura si può superare grazie al desiderio di mettersi in gioco ma, accumulando nel tempo esperienze negative, gestire il rifiuto diventa sempre più complesso generando un senso di inadeguatezza che si somma alla paura stessa in un circolo vizioso. non pretendo sia un'affermazione generale, é solamente ció che accade a me

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  5. il rifiuto è la fortificazione del sè

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  6. da parte di chi lo elargisce probabilmente sí, ma non credo valga per chi lo riceve

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  7. in questo caso dovrei possedere la forza di un supereroe, scherzi a parte non immagini quanto vorrei sbagliarmi.
    non sono certo di aver compreso a fondo quello che affermi; ci penso e, se mi permetterai di citarti, scriverò un post mio così da non intasarti i commenti

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